Giovedì 18 Aprile 2024

Migranti, Di Maio contro Renzi: "Svenduti per gli 80 euro"

"Nel 2014 ha accettato di far sbarcare i profughi solo in Italia". E minaccia mozione di sfiducia

Recupero di migranti sulle coste libiche (Reuters)

Recupero di migranti sulle coste libiche (Reuters)

Roma, 12 luglio 2017 - Frontex ha promesso all'Italia maggiori aiuti per gestire l'emergenza migranti, ma l'Ue a quanto pare non potrà soddisfare la richiesta del nostro Paese di redistribuire gli sbarchi anche in porti di altri Paesi Ue. E il M5s è tornato all'attacco del governo Renzi accusandolo di "alto tradimento" per aver accettato, alla fine del 2014 con l'accordo bilaterale con l'agenzia europea Frontex di sbarcare esclusivamente in Italia i migranti salvati in mare nel Mediterraneo centrale.

"L'Italia ha accettato e autorizzato gli sbarchi esclusivamente nei propri porti in cambio di flessibilità perché Renzi potesse dare i suoi bonus",  HA detto Luigi Di Maio, dopo avere incontrato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri al Parlamento europeo. "Mi prendo tutta la responsabilità di dire che quanto deciso su Triton è legato alla maggiore flessibilità concessa al governo in quei giorni - ha aggiunto alla richiesta se avesse elementi a sostegno delle sue parole -, ce lo confermano anche ex ministri del governo Pd come Emma Bonino e Mario Mauro che erano ministri del governo Letta prima dello 'stai sereno' di Matteo Renzi". E ancora: "Ci hanno trasformato nel più grande porto d'Europa per qualche soldo, 80 euro, per vincere le elezioni europee". L'esponente M5s e vicepresidente della Camera chiede che il premier Paolo Gentiloni, all'epoca ministro degli Esteri del governo Renzi, riferisca in Parlamento e minaccia, in caso contrario, una mozione di sfiducia al governo.  

LEGGERI - "Ho sentito la richiesta dell'Italia, ma non ho registrato alcuna disponibilità da parte degli altri Paesi ad accogliere sbarchi di migranti nei loro porti", ha detto Leggeri, a margine della sua audizione il giorno dopo l'incontro a Varsavia sulla modifica del piano operativo dell'operazione Triton nel Mediterraneo centrale. Già nei giorni scorsi, e in particolare in occasione del Consiglio dei ministri degli Interni Ue di Tallinn, la scorsa settimana, diversi paesi avevano espresso dubbi e perplessità, se non un'aperta opposizione, all'idea italiana di chiedere che anche altri porti europei accolgano le imbarcazioni delle operazioni Ue che salvano migranti nel Mediterraneo centrale. Invece secondo la richiesta presentata formalmente ieri dall'Italia alla riunione del Consiglio di gestione di Frontex a Varsavia, il nuovo piano operativo per l'operazione Triton, che a fine 2014 ha sostituito quella nazionale Mare Nostrum, dovrebbe prevedere proprio questa possibilità: l'utilizzo di porti di altri paesi Ue oltre che di quelli italiani in caso di flussi massicci di migranti. Ma, come ha spiegato Leggeri, tale piano "deve essere concordato fra Italia, altri Stati e Frontex e gli Stati che partecipano devono essere d'accordo con il piano operativo", che devono approvare "all'unanimità". 

RENZI - Dal canto suo, il premier Matteo Renzi tornava questa mattina sulla questione migranti, sostenendo che gli sbarchi in Italia siano responsabilità dell'accordo di Dublino e non di Triton. "Voglio precisare una cosa perchè continuo a leggere scritte cose inesatte - diceva il segretario Pd presentando il suo libro 'Avanti' ancor prima delle dichiarazioni di Di Maio -: il regolamento di  Dublino nel 2003, governo Berlusconi, impone l'accoglienza nel primo paese in cui il migrante arriva, nel 2015 l'Italia conferma questo principio perché non può cambiarlo, noi proponemmo di cambiarlo ma ci dissero di no".