Sabato 20 Aprile 2024

Migranti, la replica del Coisp: "Che pagliacciate"

Il Cosip va al contrattacco dopo il tweet che ha fatto infuriare la rete: "Nessun sarcasmo"

Franco Maccari, segretario Coisp

Franco Maccari, segretario Coisp

Roma, 26 aprile 2016 - Il Coisp replica alle accuse dopo la bufera esplosa dal tweet comparso sull'account ufficiale del sindacato di polizia con la foto del naufragio di migranti. "Abbiamo l’ennesima conferma - si legge in una nota a firma di Franco Maccari, segretario generale - di ciò che abbiamo sempre saputo: in Italia va tutto a rotoli perché di fronte a problematiche che stanno mettendo in ginocchio il Paese il vero ‘nodo’ da affrontare viene considerato il fatto che il Coisp pubblichi una fotografia che circola in rete da mesi, senza aggiungere un commento, senza esprimere un giudizio, senza azzardare alcuna ironia o alcun sarcasmo, per ‘fotografare’ gli umori che, piaccia o non piaccia, animano molti". Nel tweet incriminato che ha scatenato l'ira del web, tra commenti increduli e grida di "vergogna", il Coisp rilanciava una fotografia che circola in rete da mesi, scattata a dicembre 2015 in cui compare un gruppo di migranti in mezzo al mare, con i giubbotti salvagente. In mezzo si vede un migrante che spicca sugli altri e che è senza salvagente. La scritta inclusa a corredo della foto recitava così: "I casi sono tre. O è alto 7 metri, o cammina sulle acque come Mosè, o ci stanno tirando per i fondelli". 

La foto, si difende il Coisp "era stata pubblicata già corredata di alcune scritte con le quali si sollevavano dubbi in merito alla strana posizione di un uomo che nell’immagine appare quasi “emergere” dall’acqua, “alle quali il Coisp - spiega Maccari - non ha aggiunto alcunché, non una parola o un commento o alcun proprio punto di vista". Il sindacato passa al contrattacco: "Discutiamo da anni di questioni veramente importanti e fondamentali per la sicurezza connesse al fenomeno epocale dell’immigrazione clandestina, ma l’unica cosa che viene presa in considerazione, con l’immancabile strumentalizzazione politica, è il fatto che riprendiamo una foto che tutti già conoscono. Che pagliacciata!”.