Migranti, ipotesi blocco dei porti italiani

Passo formale dell'Italia con la Commissione europea: "La situazione è grave, non ci si può voltare dall'altra parte". Mattarella: "Così la situazione è ingestibile". Avramopoulos: "Ok a più aiuti, ma obbligo di salvare vite"

Uno sbarco di oggi a Cagliari, con 903 migranti (Ansa)

Uno sbarco di oggi a Cagliari, con 903 migranti (Ansa)

Roma, 28 giugno 2017 - L'emergenza migranti è al limite. Per questo l'Italia ha deciso di compiere un passo formale con la Commissione Europea sul tema dell'immigrazione, e avverte l'Europa di essere pronta a chiudere i porti italiani alle navi straniere che effettuano i salvataggi. L'ambasciatore italiano presso l'Ue, Maurizio Massari, ha incontrato il commissario agli Affari Interni, Dimitri Avramopoulos, e gli ha consegnato una lettera nella quale il governo italiano sottolinea che, a seguito dell'impressionante numero di arrivi di migranti di questi giorni, "la situazione ha raggiunto il livello massimo di sostenibilita'" per l'Italia con un serio "impatto sulla vita socio-politica del paese".

Questa la risposta di Avramopoulos all'Italia, dopo l'incontro con Massari: "Se necessario siamo pronti a aumentare sostanzialmente il sostegno finanziario all'Italia", ha detto il commissario europeo agli Affari interni. "L'Italia ha ragione che la situazione è insostenibile lungo la rotta del Mediterraneo Centrale", ha spiegato Avramopoulos. "La Commissione ha sempre sostenuto l'Italia nella sua gestione esemplare della crisi dei rifugiati e continuerà a farlo". Tuttavia, ha avvertito il commissario, "abbiamo tutti un obbligo umanitario di salvare vite". Se non si può "lasciare una manciata di paesi Ue da soli a gestire" l'emergenza, "il giusto forum per discutere di questo è il Consiglio (l'organo che riunisce i governi dei 28, ndr) a cominciare dalla riunione informale dei ministri della Giustizia e degli Interni della prossima settimana a Tallin", ha spiegato Avramopoulos.

"BLOCCO DEI PORTI" - Secondo il Viminale, sono 76.873 i migranti sbarcati sulle coste italiane dall'1 gennaio a oggi, il 13,43% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso quando gli arrivi furono 67.773. Solo negli ultimi quattro giorni si contanto 10mila sbarchi. Una situazione che starebbe portando il governo italiano a valutare la possibilità di negare l'approdo nei porti del nostro Paese alle navi che effettuano salvataggi dei migranti davanti alla Libia ma battono bandiera diversa da quella italiana. L'eventuale blocco dei porti italiani riguarderebbe, secondo fonti riportate dalle agenzie, non solo le navi delle Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo centrale ma anche le unità navali inserite in Frontex, l'Agenzia cui spetta il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, e in Eunavformed, l'operazione che ha il compito di contrastare nel canale di Sicilia i trafficanti di esseri umani, alla quale partecipano 25 nazioni europee.

L'APPELLO DI MSF - "Le persone salvate in mare dovrebbero essere trasferite nel più vicino porto di sbarco in cui le loro necessità e vulnerabilità possano trovare una risposta rapida". Così Medici Senza Frontiere commenta l'ipotesi di chiudere i porti. E ricorda che da tempo chiede più sostegno dell'Ue alle operazioni di salvataggio, alle quali "dovrebbero partecipare tutti gli Stati".

MATTARELLA - Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando con il primo ministro canadese Justin Trudeau oggi ad Ottawa, è intervenuto sul tema migranti. "Se il fenomeno dei flussi continuasse con questi numeri la situazione diventerebbe ingestibile anche per un Paese grande e aperto come il nostro", ha detto il Capo dello Stato. Si tratta, ha spiegato di "un fenomeno epocale che non si può cancellare alzando muri ma occorre governarlo con serietà".

GENTILONI -  Affondo anche del premier Paolo Genitolini: "In queste ore siamo alle prese con la difficile gestione dei flussi migratori. Possiamo parlare delle soluzioni, delle preoccupazioni ma voglio ricordare che è un Paese intero che si sta mobilitando per gestire questa emergenza, per governare i flussi, per contrastare i trafficanti". E aggiunge: "Non per soffiare sul fuoco, semmai per chiedere all'Europa, ad alcuni Paesi europei che la smettano di girare la faccia dall'altra parte perché questo non è più sostenibile".