Martedì 16 Aprile 2024

Migranti, Bagnasco: "L'Italia è troppo sola in prima linea"

Il presidente dei vescovi apre il Consiglio della Cei ricordando le parole di Papa Francesco sull'accoglienza

Il cardinale Angelo Bagnasco (Newpresse)

Il cardinale Angelo Bagnasco (Newpresse)

Roma, 26 settembre 2016 - I vescovi sostengono l'Italia, nella partita dell'accoglienza ai migranti, e sottolineano che il nostro Paese "è in prima linea e, nonostante difficoltà oggettive, continua a fare tutto il possibile su questo fronte, che la vede ancora troppo sola". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco al Consiglio permanente della Cei. Come il Papa "non si stanca di richiamare - ha aggiunto - lo stile dell'accoglienza e dell'integrazione richiede generosità e intelligenza politica e sociale; è uno stile che coinvolge tutti, chi accoglie e chi è accolto". C'è anche una critica neppure troppo velata all'Europa: "Più che di tanta povera gente disperata che bussa alle porte del continente, dovrebbe temere il cambiamento del modo di pensare che si vuole imporre dall'esterno". Ed esemplifica: "Nelle relazioni interpersonali scompare il 'prossimo', resta 'l'altro', 'l'estraneo', addirittura il 'nemico'. A chi giova un tale cambiamento culturale, che muta gli stili di vita? È evidente che l'isolamento delle persone, la paura degli altri, il conflitto tra Stati, la destabilizzazione della famiglia, di gruppi e Nazioni, favoriscono approfittatori cinici, e spesso oscuri, attenti a lucrare denaro e potere". 

Un barlume di speranza, per Bagnasco, c'è: l'Unione europea messa alla prova "dopo il risultato della brexit inglese" comincia a mostrare "qualche timido barlume di coscienza su ciò che dovrebbe essere il fondamento della casa europea: la cultura, che ha costruito l'Europa nella sua varietà".  E anche davanti ai "recenti e ripetuti fatti di terrorismo che hanno sterminato vite umane e sparso inquietudine in tutti", secondo il cardinale di Genova "non bisogna cadere nella trappola che mira a scatenare un conflitto globale". "Il terrorismo - infatti - si serve non solo del fanatismo di gruppi, ma anche del disagio sociale, e soprattutto del vuoto spirituale e culturale di non pochi giovani occidentali che, paradossalmente, spesso cercano un motivo per vivere in una perversa ragione per morire. Come sempre, i mercanti di armi, di petrolio o di potere, speculano nell'oscurità di affari e posizioni d'oro".

Bagnasco torna anche sul tormentone estivo del "caso del burkini": polemiche fuorvianti in quanto "le limitazioni della manifestazione del credo religioso, inclusa la scelta dei vestiti, sono permesse solo in circostanze molto limitate, come la sicurezza, l'ordine e la salute pubblica o la morale". E mentre l'Italia è sola in prima linea, "le comunità cristiane cercano di allargare gli spazi dell'accoglienza e soprattutto del cuore, affinché si vada oltre l'emergenza verso percorsi di integrazione per quanti, mostrando consapevolezza e impegno, desiderano rimanere". 

Ma i problemi, ovviamente, riguardano anche gli italiani: "Le nostre parrocchie sono testimoni di come la povera gente continui a tribolare per mantenere sé e la propria famiglia - sottolinea Bagnasco - Vediamo aumentare la distanza fra ricchi e poveri; lo stesso ceto medio è sempre più risucchiato dalla penuria dei beni primari, il lavoro, la casa, gli alimenti, la possibilità di cura". Poi la strigliata alla politica: "Sul fronte occupazionale la gente si aspetta un impegno e una dedizione ancora piu' grandi e continue da parte della politica, come di ogni altro soggetto capace di creare e incentivare lavoro e occupazione. Nessuno puo' illudersi circa lo stato di disagio o di disperazione legato alla disoccupazione o alla incertezza: la teoria della flessibilita' - che puo' avere le sue ragioni - getta la persona in uno clima fluido e inaffidabile. Ci chiediamo: coloro che teorizzano non sono forse i primi ad essere ben sicuri sul piano del proprio lavoro e, forse, del proprio patrimonio?". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione al Consiglio permanente della Cei.