Maternità surrogata, per la prima volta in Italia doppia paternità a coppia gay

La decisione della Corte d'Appello di Trento: è papà anche il genitore senza legame biologico. Considerato valido il certificato di nascita all'estero

Il reparto maternità di un ospedale

Il reparto maternità di un ospedale

Trento, 28 febbraio 2017 - E' papà a tutti gli effetti, anche per i giudici italiani. Due uomini sono stati riconosciuti entrambi padri di due bambini nati grazie a maternità surrogata: anche il genitore 'non biologico'. E' la prima volta in Italia. La decisione - definita storica dal sito 'Articolo 29' - è stata presa dalla Corte d'Appello di Trento, che con un'ordinanza ha disposto il riconoscimento dell'efficacia giuridica "al provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale" tra i due gemelli - venuti al mondo negli Usa grazie alla gestazione per altri - e il loro padre non genetico

"LEGAME BIOLOGICO NON NECESSARIO" - L'ordinanza, datata 23 febbraio, stabilisce un "principio importantissimo", spiega il direttore del portale di studi giuridici di 'Articolo 29', Marco Gattuso, e cioè "l'assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si sia fatto ricorso all'estero, rispetto al diritto del minore al riconoscimento dello status filiationis nei confronti di entrambi i genitori che lo abbiano portato al mondo, nell'ambito di un progetto di genitorialità condivisa". E' irrilevante cioè, secondo i giudici, che non esista un legame genetico tra i bambini concepiti con "fecondazione eterologa consentita" e il genitore (nella fattispecie uno dei due padri).

LE MOTIVAZIONE DELLA CORTE - Nell'ordinanza si ricostruiscono i termini del ricorso presentato dai due uomini che si erano visti negare la trascrizione nei registri dello stato civile del comune di residenza del provvedimento con il quale, all'estero, si stabiliva che anche il "secondo padre" dei bimbi, cioè il padre non genetico, andava inserito nel loro atto di nascita: per i due uomini, che "sin dalla nascita avevano assunto il ruolo di padre e come tali erano riconosciuti dai figli, ormai di sei anni di età, così come dalla cerchia di amici, familiari e colleghi", il riconoscimento della bigenitorialità anche nel nostro Paese "non confliggeva con l'ordine pubblico né interno né internazionale". In gioco, sottolineano i giudici della Corte d' Appello di Trento, c'è "la tutela dell'interesse superiore del minore", che nel caso in questione si sostanzia nel diritto di quest'ultimo di "conservare lo status di figlio riconosciutogli in un atto validamente formato in altro Stato"

Del resto, spiega Guttuso  "si deve escludere che nel nostro ordinamento vi sia un modello di genitorialità esclusivamente fondato sul legame biologico fra il genitore e il nato. All'opposto deve essere considerata l'importanza assunta a livello normativo dal concetto di responsabilità genitoriale che si manifesta nella consapevole decisione di allevare ed accudire il nato". Ed è la prima volta "che un giudice di merito applica, in una coppia di due padri, i principi enunciati dalla Corte di cassazione, con la sentenza n. 19599/2016, in tema di trascrizione dell'atto di nascita straniero recante l'indicazione di due genitori dello stesso sesso".