Venerdì 19 Aprile 2024

Marco Della Noce, Zelig in aiuto del comico. "Pronti a farlo tornare in scena"

Il 'capo meccanico della Ferrari' vive in auto dopo la separazione. Il legale dell'ex moglie: "Nessuno lo vuole demolire. Ha sperperato ciò che ha guadagnato" Bisio lancia gara di solidarietà

Il cabarettista Marco Della Noce (Ansa)

Il cabarettista Marco Della Noce (Ansa)

Milano, 21 ottobre 2017 - Non finiscono le attestazioni di solidarietà nei confronti di Marco Della Noce, il comico diventato celebre sul palco di Zelig come ‘meccanico della Ferrari’, finito in disgrazia e sfrattato da casa. Al bar di Lissone, in Brianza, dal quale è stato ‘adottato’ piovono telefonate. C’è quello che offre la stanza del figlio rimasta libera, chi ha un appartamento vuoto. «Grazie al vostro quotidiano ho potuto ritrovare tante persone – dice Della Noce, che ha recuperato il sorriso –. Non dovrei dirlo ma mi sono commosso quando ho sentito la voce di Claudio Bisio e Giorgio Zanetti». Ma nel tripudio di stima, cui si aggiunge la solidarietà dei veri meccanici di Maranello, anche la nota amara. Quella del legale della moglie dalla quale è separato. L’avvocato Andrea Natale fa sapere che «il suo stato di bisogno dipende solo dal suo stile di vita». Il cabarettista non pagherebbe gli alimenti dal 2013 e «per 12 anni ha avuto un’altra relazione, dalla quale è nata una terza figlia. Ha sperperato ciò che ha guadagnato. Nessuno lo vuole demolire e non abbiamo toccato la partita Iva. Solo bloccato i crediti verso terzi». In giornata, poi, un motivo in più di apprensione. Un lieve malore ha costretto il comico a una visita in ospedale.

--- Un simbolo della fragilità del successo. «Peccato che questo prezzo debba pagarlo proprio Marco», ammette Michele Mozzati, titolare con Luigi ‘Gino’ Vignali di una tra le ‘ditte’ più popolari della comicità italica, a proposito delle disavventure di Della Noce, finito sul lastrico in seguito alla separazione dalla moglie. «Lui è uno dei comici più ‘antichi’ fra quelli con cui abbiamo lavorato» spiega l’altra metà di Gino & Michele. «Sembra, infatti, più giovane di quanto non sia e ha fatto parte della storia di Zelig fin dall’inizio».

Che artista è Della Noce? «Dal punto di vista professionale io e Gino l’abbiamo sempre considerato un comico di fascia alta, perché è bravo ed è riuscito a farsi conoscere dando segnali d’intelligenza e di conoscenza superiore alla media dei suoi colleghi. Non sono in molti, infatti, quelli capaci di dare una copertura culturale a ciò che fanno».

E in privato? «Per quanto riguarda il lato personale, Marco è uno di quelli che danno più affidamento; uno molto attento ai rapporti umani. Anche perché può contare su un equilibrio interiore molto forte. Purtroppo quando viene a mancare il tam tam della tv, perché il varietà cede il passo ad altri tipi d’intrattenimento, certi comici finiscono col trovarsi in difficoltà».

Cos’è accaduto al varietà? «Bisognerebbe chiederlo ai responsabili di palinsesti televisivi che oggi prediligono la gara fra comici. Per me il varietà rimane un elemento impareggiabile dell’ossatura tv; quindi penso che l’eclissi, come avviene spesso sul piccolo schermo, sia solo temporanea. Basta ricordarsi il fenomeno delle ‘situation comedy’, che vent’anni fa venivano programmate a tutte le ore e poi invece sono scomparse quasi del tutto. Il varietà continuerà ad avere una centralità assoluta e, superata la deriva talent, tornerà alla formula che ha sempre avuto».

A volte le contingenze prescindono dall’abilità artistica individuale. «Sì. E a queste si possono sovrapporre difficoltà familiari. A volte stupisce che delle persone fortunate possano avere una vita privata difficile e il vantaggio di pubblicizzare certe disavventure è proprio quella di puntare il dito su un’incapacità sociale; quella di alleviare i rovesci organizzativo-sentimentali della nostra vita».

Le lusinghe della popolarità comportano a volte un prezzo da pagare. «Il successo ti dà tantissimo, ma può toglierti tutto all’improvviso. Ricordo un grande intrattenitore scomparso dalle scene per un ventennio e poi tornato. Raccontava di essersi inventato una nuova professione in Centro America perché qui da noi l’umiliazione di sentirsi chiedere per strada perché non lo si vedesse più in tv lo distruggeva».

Per alleviare le difficoltà di Della Noce, qualcuno propone di organizzare una serata in suo onore. «Qualsiasi iniziativa di questo genere ha il doppio obiettivo di sensibilizzare il pubblico e offrire un aiuto concreto alla gestione della defaillance. Anche se, personalmente, preferirei che venisse risolta dagli amici più stretti, attivandosi per restituire a Marco quegli spazi che gli sono sfuggiti. Cosa che, ad essere sinceri, siamo tutti in grado di fare».