La manovra finanziaria 2018 salva il sogno della Tam Tam basket

La legge di bilancio permette di tesserare i minorenni extracomunitari così da farli giocare nei campionati

La squadra di basket Tam Tam di Castel Volturno (Ansa)

La squadra di basket Tam Tam di Castel Volturno (Ansa)

Roma, 16 ottobre 2017 - Non sarà lo ius soli, ma per i ragazzi africani di Castel Volturno la norma della legge di bilancio varata oggi dal governo che permetterà di giocare a basket nella loro squadra, Tam Tam, è la migliore notizia che potesse giungere da Roma. La manovra infatti permette di tesserare annualmente, e quindi permette l'iscrizione ai campionati sportivi, i minorenni extracomunitari. Non importa se non sono in regola con il permesso di soggiorno, basta che abbiano svolto un ciclo scolastico di almeno quattro mesi. La norma, ha spiegato il governo, serve per assicurare “il diritto allo sport per tutti”. E' la vittoria - meglio di uno scudetto - di Massimo Antonelli, il padre della squadra più coraggiosa d'Italia.

Chi è Antonelli? E' un uomo per cui il basket è una cosa seria. In A1 con la Virtus Bologna dal 1975 al 1978, quando la squadra bolognese vinceva gli scudetti, poi a Mestre e a Napoli: mica un giocatore del mercoledì sera, per dire. Antonelli ha fondato una scuola, un metodo per imparare lo sport, e soprattutto ha lanciato una sfida in uno degli angoli più difficile del Sud: Castel Volturno. Qui Antonelli insegna la pallacanestro alla squadra sulla carta più 'sgarruppata'. Si chiama Tam Tam, è la squadra dei ragazzini figli di immigrati africani.

Non è un posto facile per gli stranieri. Qui la violenza e lo sfruttamento sono di casa ma Antonelli conosce una sola legittima difesa: il basket. Tam Tam ha un doppio significato: è la palla che batte sul campo, è il suono dei tamburi africani. Max Antonelli insegna a questi ragazzi a giocare con la musica. Piazza gli altoparlanti vicino al campo e spara la musica a tutto volume. E' una carica emotiva pazzesca. Un ballo, uno sport, un modo per uscire dalla miseria che circonda questi ragazzini.

A Villaggio Coppola, sobborgo di Castel Voltuno, Antonelli è diventato un faro per la salvezza di chi è naufragato in un mare di povertà. Per i ragazzi, soprattutto, quell'omone lungo e secco, con l'occhio che guizza come un ragazzino, il sorriso solare. Ai giovani immigrati insegna lo sport e racconta i suoi scampoli di vita.

Giocatore pluri-premiato, poi dopo la carriera sportiva, architetto (si laureò a Firenze dopo aver appeso le scarpe da ginnastica momentaneamente al chiodo, lui che è molisano di nascita ma si sente napoletano di adozione). "Il mio è un progetto di inclusione sociale con lo sport - spiega Antonelli - Insegno l'importanza del sacrificio e del lavoro per raggiungere obiettivi concreti. E insegno che per arrivare a questi obiettivi servono regole. Da anni avevo questo sogno, alla fine c'era un posto dove si doveva iniziare: Castel Volturno".

Con Tam Tam giocano decine di ragazzi. Quasi un centinaio, maschi e femmine, dai 10 ai 16 anni, figli degli immigrati che vivono nei palazzoni e nelle periferie, che senza Tam Tam non avrebbero un posto per giocare e fare sport. Non girano soldi, con Tam Tam. Sono i fondi raccolti dai donatori (non le rette che molte famiglie non possono pagare) a permettere ai ragazzi di giocare. Ora arriva il regalo del governo. Un canestro da tre punti. Per le vittorie sportive in campo servirà talento e costanza. C'è Max a insegnarli.