Mercoledì 24 Aprile 2024

Mafia, boss si pente. Fermato il figlio dell'autista di Riina

Cinque fermi a Palermo. Sergio Macaluso, capo del mandamento di Resuttana-San Lorenzo, nuovo collaboratore di giustizia

I carabinieri sono intervenuti per salvare la donna

I carabinieri sono intervenuti per salvare la donna

Palermo, 21 gennaio 2018 - La Dda di Palermo, alle prime luci dell'alba, ha eseguito il fermo di cinque persone accusate di mafia ed estorsione. Si è ricorsi al fermo perché i cinque si preparavano a fuggire. In carcere tra gli altri è finito Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore Biondino, autista e uomo di fiducia di Totò Riina. Per gli inquirenti è il nuovo "reggente" del mandamento di San Lorenzo ed è accusato di diverse estorsioni. I provvedimenti, firmati dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvo De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi, sono stati eseguiti dai carabinieri. Determinante nell'indagine il ruolo svolto dal nuovo collaboratore di giustizia tra le fila di Cosa Nostra, ovvero Sergio Macaluso, arrestato dai carabinieri nell'inchiesta di dicembre scorso denominata Talea che portò in cella 25 mafiosi tra i quali Mariangela Di Trapani, moglie del boss Madonia. La donna aveva preso in mano le redini della cosca durante la detenzione al 41 bis del marito. Macaluso, che da qualche settimana riempie pagine di verbali, è ritenuto dagli inquirenti uno dei nuovi elementi di vertice dello storico mandamento mafioso di Resuttana-San Lorenzo. Il particolare emerge dall'indagine della dda che ha portato al fermo dei cinque mafiosi, tra cui Giuseppe Biondino.

Quest'ultimo, nei mesi scorsi, aveva lasciato più volte Palermo per andare in Spagna con l'intenzione di organizzare la sua imminente latitanza. Arrestato anche Francesco Lo Iacono, altra parentela di "rango" in Cosa nostra: è il nipote del boss Francesco Lo Iacono, storico capomafia di Partitico. È accusato dell'incendio di una concessionaria di auto. Si stava preparando a partire per Dusseldorf per darsi alla latitanza. In carcere anche Salvatore Ariolo e Ahmed Glaoui, accusati di mafia ed estorsione e Bartolomeo Mancuso, accusato di estorsione.