Sabato 20 Aprile 2024

Le diagnosi fai da te

UN TEMPO LA PAURA si scioglieva nella sala d’attesa del medico di famiglia. Si entrava col patema, si sfogliava una rivista datata, quattro chiacchiere con un anziano mutuato e, ben prima della pacca salvifica da parte del dottore, si stava già meglio. I tempi cambiano ma l’ipocondria resta. Oggi, invece d’interpellare il saggio medico di base, ci si scatena nell’autodiagnosi sul web. Vero è che, inseriti dati alla rinfusa, ogni sintomo potrebbe celare morbi inenarrabili. E allora perché farci così male? Alzi la mano chi non ha mai consultato il breviario delle malattie su Internet per un semplice raffreddore. Vi confido la mia ricetta. Dopo che ho scoperto di avere sintomi da malato grave, la mia risposta è sempre la stessa: se fossi così grave, me ne sarei già accorto.

E tiro innanzi con la convinzione che, dal prossimo malanno, troverò diagnosi più precise. Se questa faccia della medaglia merita un sorriso, tutt’altro tenore su quella opposta. Mi riferisco a chi, colpito da una grave disgrazia, rifugge le cure tradizionali e si affida ai rimedi alternativi con esiti spesso drammatici. Credo che intraprendere il viaggio della speranza sia un diritto di ogni malato, una sorta di palliativo necessario alla mente nel rimuovere l’angoscia per pochi istanti. Ma consegnare la propria esistenza in prima battuta a pratiche empiriche e mai documentate equivale spesso a dire preventivamente addio alla vita. E ciò è peccato, comunque si creda: la vita è bella. Nonostante tutto.