Martedì 23 Aprile 2024

Latina, spara ai ladri e ne uccide uno. Avvocato indagato

"Volevo solo spaventarli". Ma scatta l'indagine per eccesso colposo di legittima difesa

Polizia (Foto Cusa)

Polizia (Foto Cusa)

Roma, 16 ottobre 2017 - A premere il grilletto, stavolta, non è stato un commerciante-giustiziere che voleva rintuzzare l’assalto dei banditi al suo locale, come è successo a marzo a Lodi quando un ristoratore ha freddato un ladro con un colpo di fucile. A sparare è stato un tranquillo professionista, un avvocato di 47 anni di Latina, Francesco Palumbo, che si è trovato di fronte a tre ladri che stavano svuotando la casa degli anziani genitori, al pianoterra di un condominio sulla strada che collega la città laziale con il mare.

Sono da poco passate le 16 quando sul cellulare del professionista squilla l’allarme collegato alla casa dei genitori, in quel momento assenti. Si mette in macchina e si dirige verso l’abitazione, in un elegante condominio a poche centinaia di metri dall’affollato centro commerciale ‘Morbella’ e a meno di un chilometro dalla via Pontina. L’avvocato percorre in un quarto d’ora la trafficata via del Lido e imbocca via Palermo per fermarsi al civico 60. Ha con sé una pistola legalmente detenuta con un paio di caricatori (aveva in passato ricevuto delle minacce), ma spera di non utilizzarla. Confida che si tratti solo di un falso allarme e che il sopralluogo si concluda in un nulla di fatto.

Ma non è così. Appena si avvicina alla casa – un pianoterra con giardino – l’avvocato si rende conto che qualcuno è entrato nell’appartamento. C’è una scala a pioli che dal giardino conduce al balcone che presenta evidenti segni di effrazione. Urla a gran voce: «Chi c’è in casa?». Gli si avvicina un uomo che, con accento napoletano, gli dice minaccioso: «Vattene che qui stiamo rubando, non lo vedi?». L’avvocato estrae la pistola: «Andate via subito, sono il proprietario. Ora chiamo la polizia». Ma il ladro si avventa contro di lui, a dargli man forte un complice apparso dal nulla. L’avvocato si divincola e spara in aria, sei colpi. Due di questi raggiungono un terzo malvivente che, proprio in quel momento, sta scendendo dalla scala per dileguarsi.

Due banditi si danno alla fuga, il terzo si accascia ai piedi della scala, colpito al petto. L’avvocato di avvicina e vede che è stato raggiunto da due proiettili all’emitorace sinistro: chiama il 118, mentre la polizia arriva dopo pochi minuti allertata da alcuni condomini. Per il ladro ferito, un napoletano di 41 anni, non c’è nulla da fare. Quando i medici tentano di soccorrerlo è già morto, uno dei proiettili gli ha trafitto il polmone.

Qualche minuto dopo arriva sul posto il magistrato di turno, Simona Gentile. L’avvocato viene portato in questura e interrogato. «Ho sparato quando ho visto uno di loro portarsi la mano in tasca, minacciosamente. Ho avuto paura e ho sparato alla cieca, volevo solo spaventarli». Ma sull'uomo non sono state trovate armi e il professionista risulta indagato a piede libero per eccesso colposo di legittima difesa. Come è noto non può applicarsi la nuova normativa, che modifica gli articoli 52 e 59 del Codice penale in materia di legittima difesa, in quanto il testo è stato finora approvato solo alla Camera lo scorso maggio, dove fu votato velocemente sull’onda del caso del barista ucciso da un ladro a Budrio.