Ivrea, a 14 anni accoltella la rivale. "Sparlava con il mio ragazzo"

Studentessa denunciata. La polizia: così poteva uccidere

Aggressioni, accoltellamenti, foto generica

Aggressioni, accoltellamenti, foto generica

Ivrea, 23 novembre 2017 - Marina ha 14 anni, un odio più grande di lei che la divora e un coltello in tasca. Frequenta l’ultimo anno delle medie. Una bambina cresciuta, come tante. Con lo zaino, i jeans strappati. Ha un fidanzato che come tutte chiama «il mio ragazzo». Ha anche una nemica a cui prima o poi deve farla pagare.  Lucia ha 15 anni ed è iscritta all’istituto tecnico Olivetti di viale Liberazione a Ivrea, quartiere Bellavista. Martedì 21 novembre esce da scuola con lo zaino, i jeans strappati e una nemica alla quale augurare almeno un mal di pancia. Non immagina che quello potrebbe essere l’ultimo giorno della sua vita. Marina prima di uscire di casa si è messa un po’ di lucido sulle labbra e un coltello sotto il maglione. Per quel giorno il suo scopo è diventare una macchina da guerra, senza debolezze da femmina. Trovarla, colpirla. Senza pensare alle conseguenze. Quella là deve smetterla. Va in giro a dire cose che si inventa, cattivissime. Deve fargliela pagare.

C’è di mezzo il suo ragazzo e il gioco è chiaro: buttarle addosso fango per potarglielo via. Appena può informa chi le capita a tiro che lei è il tipo che va con tutti. Per sminuirla agli occhi di lui. Forse ha esagerato. Forse è la giornata sbagliata per fermarsi a riflettere. La vede alla fermata del pullman, poco distante dall’Itis Camillo Olivetti. Marina fa ancora le medie e dicono abbia qualche problema di intemperanza. Ma sa il fatto suo. E sa come si spostano quelli delle superiori. Sa dove aspettarla. Vedere Lucia non è mai bello perché spalanca la voragine della rabbia e della frustrazione. Ci sono state tante discussioni. Adesso basta.    Di fronte a decine di studenti allibiti ricominciano a litigare. Ma non è come le altre volte. Questa volta Marina si butta addosso a Lucia e tira fuori il coltello a serramanico con una lama di venti centimetri preso a casa. La colpisce due volte, una rasoiata a una gamba, l’altra all’avambraccio. «Sparlava di me – dirà poi alla polizia – diceva al mio ragazzo che sono una poco di buono e non c’ho più visto».

«Sull’episodio ci sono indagini in corso, tantissimi aspetti sono da chiarire – dice il vicequestore Gianluigi Brocca – Sono coinvolte ragazze minorenni. Dobbiamo procedere con grande cautela, cercando comunque di tutelarle». Lucia viene portata in ospedale e subito dimessa con un prognosi di pochi giorni, le ferite erano superficiali. La rivale è stata denunciata a piede libero al Tribunale dei minori di Torino per lesioni gravi e porto abusivo di arma da taglio. «Con quel coltello poteva uccidere» ammettono gli investigatori. E tutto per un coetaneo ignaro del putiferio che un cuore adolescente in tumulto può provocare. «I fatti sono avvenuti fuori della scuola – dicono i professori dei due istituti – sarebbe inopportuno commentare». Secondo i testimoni adolescenti, Marina ha colpito, è scappata ed è stata rintracciata a poca distanza dalla fermata con il coltello sporco di sangue nascosto nel reggiseno.

La notizia rimbalza sui cellulari, diventa di dominio pubblico. Davanti agli agenti Marina prima ha negato poi si è sfogata: «Sono mesi che questa storia va avanti». Figlia di genitori separati, è stata affidata ad altri parenti. Quello di lunedì pomeriggio è solo l’ultimo di una serie di litigi. «Futili motivi» è scritto nei verbali.