Martedì 23 Aprile 2024

Tiroide, la carenza di iodio si può correggere

Alimentazione, sale iodato e integratori proteggono la ghiandola e la funzione ormonale. Le donne in stato interessante devono giocare d'anticipo sui tempi fisiologici della gravidanza

Bari, 12 marzo – La carenza di iodio causa problemi di tiroide, il collo della camicia inizia a stringere per un progressivo, anche lieve, ingrossamento e può rappresentare un campanello d'allarme. Occorre parlarne al medico e approfondire con esami specifici. «Sono circa 6 milioni, più del 10%, gli italiani che hanno problemi di gozzo – spiega Piernicola Garofalo, Presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME) Onlus – che rappresenta la manifestazione visibile più caratteristica della carenza di iodio, a livello del collo, ma non l’unica».

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato quella di cui parliamo tra le prime dieci emergenze in tema di salute pubblica. Ed di questo si parlerà a Bari al convegno sul tema I disordini da carenza iodica e le sfide alimentari del terzo millennio realizzato con il contributo di Vincenzo Russo, Membro del Comitato Scientifico delle Università per EXPO Milano 2015. Uno squilibrio ormonale si può verificare nelle donne in gravidanza, ad esempio, e può avere conseguenze sullo sviluppo neurologico del feto e quindi del bambino. Una ricerca promossa a Padova ha mostrato che la concentrazione di iodio nel sangue, nelle gestanti, è risultata al di sotto di quanto consigliato (83 ug/l rispetto ai 150-250 ug/l suggeriti) e tale dato è ancora più rilevante nelle donne immigrate, probabilmente per il minor ricorso a integratori e sale iodato.

«Una buona concentrazione di ormone tiroideo materno – precisa Roberto Negro, noto endocrinologo nel presidio ospedaliero Vito Fazzi di Lecce – si può ottenere in virtù di un adeguato apporto alimentare. Soprattutto nel primo trimestre è di vitale importanza assicurare un normale sviluppo del sistema nervoso del feto. In gravidanza la produzione di ormone tiroideo materno è aumentata di circa il 50% per sopperire alle esigenze del feto, che svilupperà una ghiandola funzionante solo intorno alla dodicesima settimana. Questo fabbisogno deve essere sostenuto da un adeguato introito di iodio giornaliero da parte della gestante».

La disponibilità di integratori di solo iodio in dosaggi diversificati è un’evoluzione per andare incontro alle diverse necessità di mamma e bambino. L’Oms raccomanda di ricorrere agli integratori con largo anticipo sui tempi fisiologici della gravidanza. Le moderne formulazioni, vale a dire i gel (capsule molli) che proteggono il principio attivo dall’ossidazione, garantiscono dosaggi azzeccati in qualunque condizione della barriera dello stomaco.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale