Igor il russo ricercato in Serbia anche per stupro

Le mille identità del ricercato: aveva almeno 10 alias diversi. Il passato nell'ex Jugoslavia La rete di amici e la latitanza

'Igor il russo' su Facebook (Ansa)

'Igor il russo' su Facebook (Ansa)

La rete di amici e la latitanza

Un soggetto pericoloso quindi, oltre che un criminale navigato. Camaleontico, capace di cambiare non solo identità all’occorrenza, ma anche i connotati. Educato e distinto di giorno, feroce e senza scrupoli quando cala il buio. Mimetica e passamontagna per le sue scorribande, giacca e cravatta durante le sue passerelle nello ‘struscio’ del sabato. Dietro alle sbarre è un detenuto modello, vorace lettore, schivo e riservato. Fuori invece fa paura. Ma la sua specialità sembra essere inventare nuove identità. Complici anche le sei lingue che parla alla perfezione (italiano, spagnolo, russo, serbo, romeno e ungherese). Così, in un’occasione gli basta aggiungere una ‘H’ al cognome Vaclavic per creare un personaggio completamente inedito. È il 21 luglio del 2015. Ha finito di scontare la sua pena a maggio e ora è libero. Igor Vachlavic (questo il nome che fornisce) viene fermato per un controllo di polizia a Copparo (nel Ferrarese). Sono le 20.55 ed è a bordo di un’Alfa 156 nera con l’inseparabile amico Ivan Pajdek, ora in carcere per un altro omicidio. Igor è il passeggero. Nell’informativa dell’Arma, viene identificato come nato in Croazia il 28 ottobre 1976, sedicente. «Lo sviluppo degli accertamenti – si legge nelle carte – ha evidenziato che Pajdek risultava gravato da precedenti e svariati alias», mentre «il Vachlavic censito sul territorio nazionale solo in occasione del riferito controllo, mentre nessun dato di residenza o dimora figurava a suo carico». Subito dopo è stato attivato il servizio «per la cooperazione internazionale di polizia di Roma», che ha dato «risultanza negativa».

Un mago dei travestimenti insomma, con un gusto spiccato per le beffe. Dalle foto che si fa scattare in piazza in pieno giorno, elegantissimo e con barba e capelli tinti mentre era ricercato per tre rapine violente, fino al dileggio delle vittime dei suoi furti. Entra nella rimessa di un’abitazione di Consandolo (Ferrara) per un furto. Il proprietario lo scopre. Lui gli punta una balestra caricata con una freccia rudimentale e si fa dare i soldi. Quando se ne va, la vittima trova l’ultimo sfregio. Su un mobile del capannone campeggia una scritta a bomboletta spray: ‘Ciao bello’.