Venerdì 19 Aprile 2024

Caso scontrini, pm chiede tre anni per l'ex sindaco Marino

L'ex primo cittadino di Roma è accusato di falso, peculato e truffa in relazione all'utilizzo della carta di credito del Campidoglio

Ignazio Marino, ex sindaco di Roma (Ansa)

Ignazio Marino, ex sindaco di Roma (Ansa)

Roma, 29 settembre 2016 - L'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, nel mirino della Procura di Roma che ne chiede la condanna per le accuse di falso, peculato e truffa alla pena di 3 anni un mese e 10 giorni. E' la richiesta di condanna formulata in relazione all'utilizzo della carta di credito del Campidoglio ed al pagamento di consulenze della onlus "Imagine".  

Il giudizio in abbreviato si tiene davanti al giudice Pierluigi Balestrieri. La requisitoria dell'accusa è stata fatta dai pm Roberto Felici e Pantaleo Polifemo, che sono partiti da una pena di quattro anni e otto mesi di reclusione, ridotta di un terzo per la la scelta del rito, l'abbreviato, da parte di Marino.  

Nell'imputazione sono ricordate 56 cene, per circa 13 mila euro, pagate da Marino con la carta di credito, e gli atti per compensi destinati a collaboratori fittizi o inesistenti che avrebbe procurato alla Onlus un ingiusto profitto di seimila euro. Costituitosi parte offesa il Campidoglio chiede 600mila euro di danni, 100 funzionali e 500mila d'immagine.   

Il pm ha chiesto il processo anche per Rosa Garofalo, Carlo Pignatelli e Federico Serra, che hanno optato per il rito ordinario, a differenza dell'ex sindaco, e sono coinvolti in relazione all'attività della onlus 'Imagine'.

All'attenzione del gup sono stati posti i documenti della difesa: su tutti una perizia grafologica e la spiegazione scritta dall'ex capo di gabinetto su cosa si debba intendere per spese di rappresentanza. Ma secondo gli inquirenti Marino nel periodo 2013-2015 avrebbe usato in modo improprio e "ripetutamente della dotazione finanziaria dell'ente", per cene e pranzi in ristoranti di Roma e di altre città d'Italia "nell'interesse suo, dei suoi congiunti e di altre persone non identificate". Dunque non per spese di rappresentanza, ma per interesse personale. Per un totale di 13mila euro per 56 cene. 

Le cene, "consumate presso ristoranti della Capitale e anche di altre città (Genova, Firenze, Torino) ove si era recato, generalmente nei giorni festivi e prefestivi, con commensali di sua elezione" si sono svolte "al di fuori della funzione di rappresentanza dell'ente" cagionando "in tal modo un ammanco finale di 12.716 euro".  

La Onlus Imagine, creata da Marino nel 2005, è protagonista di un'altra vicenda su cui la procura vuole vedere chiaro e sulla quale l'ipotesi di reato è quella di aver predisposto, tra 2012 e 2014, certificazione di compensi per prestazioni fornite da collaboratori fittizi o soggetti inesistenti. L'obiettivo della Onlus era quello di fornire aiuti sanitari in Sudamerica e Africa. Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero truffato l'Inps per seimila euro. Inducendo - come è scritto nell'atto di chiusura dell'inchiesta - "in errore l'amministrazione finanziaria e l'Inps procurando alla Onlus un ingiusto profitto consistito (circa sei mila euro complessivi) nell'omesso versamento degli oneri contributivi dovuti per le prestazioni lavorative in realtà svolte da uno degli indagati in favore della Onlus".