Giovedì 18 Aprile 2024

Hotel Rigopiano. "Vivi", l’urlo nella neve

Rigopiano, due giorni dopo la valanga sull’hotel. Recuperata anche una donna. Almeno 5 superstiti sotto le macerie

I vigili del fuoco durante le operazioni di salvataggio

I vigili del fuoco durante le operazioni di salvataggio

Pescara, 21 gennaio 2017 - È STATO il giorno della speranza, il giorno nel quale i soccorritori han trovato dieci sopravvissuti sotto il sudario di neve che avvolge l’hotel Rigopiano di Farindola, e ne han portati in salvo cinque, in una disperata, tenace, vittoriosa lotta contro il tempo. Gioia nella gioia, ben quattro sono bambini. Ma oltre alla gioia c’è anche l’ansia. Tanta ansia, perché sotto la slavina restano infatti probabilmente tra 25 e 30 persone. Se qualcuno ha resistito per 50 e più ore, altri possono averlo fatto, la via della speranza non è preclusa, ma è dannatamente ardua.  La caccia de soccorritori è serrata, dopo una notte che aveva portato quasi alla diperazione per l’assenza assoluta di segnali dalle macerie dell’hotel. E invece cani da soccorso ed esperienza han fatto il miracolo. Dopo le 10, si trova la chiave giusta. Il primo a essere portato in salvo è Gianfilippo, 8 otto anni, poi è la volta di sua mamma Adriana, e nel pomeriggio tocca a un gruppo di tre bambini che si trovava in una seconda stanza: con loro c’è anche la sorellina di Gianfilippo, Ludovica Gli altri due bambini tratti in salvo dai vigili del fuoco e dagli altri soccorritori sono Edoardo Di Carlo, 10 anni, e Samuel, figlio di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo, nell’Anconetano, e di Marina Serraiocco, 37 anni, di Popoli che per lunghe ore una voce priva di conferme dava per salvi, e che invece sono ancora dispersi. «Stavo giocando a biliardo», ha detto Edoardo ai suoi soccorritori. I pompieri hanno individuato altre cinque persone vive sotto le macerie: recuperarle non è per nulla facile perché sono intrappolate nei solai e sotto i piloni piegati della struttura crollata.    QUESTI i nomi dei cinque: Giorgia Galassi, 22 anni, il compagno Vincenzo Forti, originari di Giulianova, Francesca Bronzi e il fidanzato Stefano Feniello, oltre a Giampaolo Matrone di Roma. Si spera anche per Sebastiano Di Carlo e Nadia, i genitori di Edoardo, oltre alla mamma e al papà di Samuel. Di certo lo sforzo è straordinario, e coniuga speranza e tecnica. Se ritardo c’è stato – e c’è stato – nel recepire l’allarme, ora la macchina marcia a mille e sta superandosi. Per riportare a riveder la luce i sepolti, i soccorritori hanno scavato un buco profondo nella massa di neve, a monte dell’area piscina e spa che è l’unica zona dell’albergo non sepolta completamente dalla valanga.   È UNO SCAVO alto più di un uomo che scende in direzione di una piccola apertura, una sorta di tombino aperto nel ghiaccio grigio, dove si intravede lo stretto passaggio su un pavimento lastricato in maiolica e più in basso, un solaio con sotto travi, macerie, pezzi di muro. È la via che ha portato i soccorritori verso i superstiti dell’hotel, la strada seguita anche per portarli fuori. Per individuarla sono state studiate le mappe dell’hotel per cercare di capire, anche in base alle indicazioni di chi conosceva bene il resort, dove sarebbero potuti essere stati riuniti i clienti e il personale. A questo si è aggiunto l’utilizzo dei cani da valanga, delle apparecchiature dei vigili del fuoco e di uno strumento della Guardia di finanza che capta il segnale dei telefonini.  La decisione di andare verso le zone comuni al pian terreno dell’hotel è stata vincente: il primo gruppo di sei persone individuate sotto le macerie, infatti, è stata trovata lì, dove c’erano il bar e la sala biliardo: i solai son crollati, ma non completamente. I bambini, invece, erano in una stanza attigua: sono stati colti dalla slavina mentre stavano giocando e son stati salvati. Ma i dispersi sono tanti, ancora tanti. E li cercherano per tutta la notte. Per adesso a piangere sconsolati sono solo i parenti di Alessandro Giancaterino e Gabriele D’Angelo. Gente di questi posti, uno di Farindola l’altro di Penne. Erano il maitre e uno dei camerieri dell’hotel. Per loro non c’è stato nessun miracolo. Sono le prime vittime, di sicuro non saranno le sole. Dopo il giorno della speranza, arriva la notte dell’ansia.