Martedì 23 Aprile 2024

Halloween, la vera storia di Jack-o'-lantern (e di dolcetto o scherzetto)

Perché la zucca è il simbolo della vigilia di Ognissanti

Halloween, le zucche 'Jack-o'-lantern' (Olycom)

Halloween, le zucche 'Jack-o'-lantern' (Olycom)

Roma, 28 ottobre 2016 - Halloween, forma contratta e abbreviata di All Hallows'Eve. Tradotto: la vigilia di Ognissanti. Ma, a dispetto dell'etimologia e come ormai tutti sanno, quella che si celebra nella notte tra il 31 ottobre e l'1 novembre non è una festa cristiana. Alcuni studiosi sono convinti derivi dalla festa romana dedicata a Pomona - dea dei frutti e dei semi - o nella festa dei morti chiamata Parentalia. La maggior parte degli esperti, tuttavia, lega Halloween alla celebrazione celtica di Samhain, originariamente scritto Samuin, nome che significava in antico irlandese 'fine dell'estate'. Sono due due rinomati studiosi di fine Ottocento, Rhŷs e Frazer, i primi e più autorevoli a sostenere l'origine celtica. A maggior ragione perché, sottolineano, il calendario celtico in uso 2000 anni fa tra i popoli dell'Inghilterra, dell'Irlanda e della Francia settentrionale, fissava nel 31 ottobre l'inizio del nuovo anno. Fine dell'estate e Capodanno in una notte sola. E allora perché i fantasmi? Perché il lato dark per cui oggi tutti conosciamo la ricorrenza? In realtà lo Samhain era vissuto con timore perché la natura in qualche modo moriva e covava sotto terra, regno dei morti. Per questo i celti celebravano riti propiziatori indossando maschere grottesche e pelli di animale per spaventare gli spiriti. E così, nei secoli ecco che l'aspetto soprannaturale si è fatto sempre più largo. Così come quello ludico. Tra le primissime citazioni letterarie della festa, spicca il poeta scozzese John Mayne che nel 1780 annotò gli scherzi di Halloween in "What fearfu' pranks ensue!", mentre in ‘Bogies’ (fantasmi) parlò degli aspetti soprannaturali della notte del 31 ottobre.

PERCHE' LA ZUCCA - In principio era la rapa, poi in America arrivò la zucca, decisamente più adatta per essere, svuotata, intagliata e trasformata in un volto inquietante e dal ghigno diabolico. In questa storia, in effetti, il diavolo gioca la sua parte. Chiedere a Jack o'Lantern,  leggendario personaggio d'Irlanda, che Satana riuscì a beffarlo per ben due volte. Jack era un fabbro, astuto, avaro quanto incline ad alzare il gomito nei locali del paese. E proprio dentro un bar, si narra, una volta Jack incontrò il diavolo. Era ubriaco, sai che novità. Ma al cospetto di Satana un 'pizzico' di lucidità in più non avrebbe guastato. Arrivò quasi a mettere la sua anima nelle mani del diavolo, promettendogliela in cambio di una bevuta. Satana si trasformò allora in una moneta, ma Jack, che evidentemente non aveva sacrificato il suo acume sull'altare dell'alcol, invece che giocarsela in un bicchiere la chiuse nel suo borsello accanto una croce d'argento. Il diavolo era in trappola, con la croce di fianco non poteva trasformarsi. Promise allora  a Jack che non si sarebbe preso la sua anima per i successivi 10 anni, lasciandolo libero. Il diavolo ha memoria lunga e, passati 10 anni, si presentò per reclamare quanto gli spettava. Jack chiese un ultimo desiderio, una mela da un albereo. Ma quando Satana salì sul tronco per raccoglierla, il fabbro incise una croce sul legno. E il diavolo, per la seconda volta, fu beffato. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, Satana avrebbe risparmiato la dannazione eterna a Jack. Il fabbro trascorse il resto della sua vita tra alcol e peccati. Quando morì, per lui si chiusero le porte del paradiso. Arrivato all'inferno, il padrone di casa lo riconobbe e, rifiutandolo, lo lasciò errare come anima tormentata. Ancora peggio della dannazione. Jack si lamentò che era freddo e buio, al che il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all'interno di una rapa che aveva con sé. Da quel giorno, e ancora oggi (si dice), l'anima di Jack erra senza pace. Prima in una rapa, poi nella più comoda zucca. 

DOLCETTO O  SCHERZETTO - La tradizione di dolcetto o scherzetto risale al Medioevo. Contadini e mendicanti giravano per le vie dei paesi nella notte di Ognissanti, bussando a tutte le porte per chiedere omaggio così da poter sopravvivere all'inverno. In cambio offrivano preghiere per le anime dei loro morti. Chi si rifiutava di concedere aiuto, avrebbe avuto in cambio l’augurio di cattiva sorte e niente preghiere. Ma l'usanza risale anche a un'altra credenza secondo cui la notte di Halloween i celti erano soliti offrire del cibo a delle fatine dispettose per evitare i loro scherzetti che si divertivano mettere all'opera proprio la notte del 31 ottobre.