Giovedì 18 Aprile 2024

Condannato il giudice lumaca. "Troppi 14 anni per un verdetto"

Modena, la Corte dei Conti: paghi 10mila euro. Tutto per una recinzione

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Modena, 26 novembre 2016 - Una causa durata 14 anni costerà 10.200 euro a un giudice onorario aggregato negli anni Novanta al tribunale di Modena, condannato dalla Corte dei Conti per essere stato troppo lento nell’emettere la sentenza, «arrecando un danno al Ministero della Giustizia». La decisione nei confronti del giudice Paolo Vincenzi (è un notaio a cui vennero affidati i processi di competenza monocratica) è arrivata nei giorni scorsi. Il professionista, che ha svolto la funzione di Goa per un tempo limitato, ha infatti depositato solo nel 2008 la sentenza relativa a un processo civile cominciato nel 1994, un procedimento, secondo la Procura presso la Corte dei Conti, «non caratterizzato da profili di particolare spessore giuridico». 

La causa approdata sul suo ‘scranno’ era infatti relativa a una strada privata e riguardava la possibilità di transito e il ripristino di una recinzione. «La causa è stata trattenuta in decisione all’ultima udienza del 2003», scrive la Corte dei Conti «con deposito delle motivazioni solo nel 2008». Le parti in causa, esasperate dalle lungaggini della giustizia, hanno quindi chiesto un risarcimento danni per violazione del termine di ragionevole durata del processo previsto dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, ottenendo un indennizzo totale di 20.400 euro.    La somma dovuta ai due cittadini ‘vittime’ della giustizia ‘lumaca’ rappresenta per la Corte dei conti un danno erariale indiretto per il Ministero: di qui la condanna del giudice che dovrà pagare la metà del risarcimento danni liquidato alle parti. La sentenza emessa nei giorni scorsi non ha accolto le rimostranze del giudice, il quale ritiene invece di aver fatto del proprio meglio dal momento che «ha continuato a depositare i provvedimenti della cause a lui assegnate anche dopo la fine del suo mandato, evitando di aggravare il carico di lavoro dei magistrati togati del tribunale di Modena, senza percepire alcun compenso». Insomma, avrebbe lavorato gratis per il Ministero della giustizia. Inoltre, il Goa ha sottolineato nella sua memoria difensiva come «le cause assegnate fossero rilevantissime sia come numero sia come oggetto del contendere, con documenti spesso smarriti dai fascicoli».  «Scaduto il mandato – puntalizza – sono l’unico Goa che ha deciso di portare a termine tutte le cause, ne avevo in carico un centinaio, ho dato la precedenza alle più urgenti». I suoi colleghi, infatti, scaduto il contratto, avevano rimesso i processi ai magistrati ordinari. Lui, per eccesso di zelo, si è invece ritrovato a depositare una sentenza con 14 anni di ritardo.