Mercoledì 24 Aprile 2024

Nuovo attacco a Falcone, a fuoco una foto del magistrato

Dopo la statua decapitata davanti a una scuola dello Zen di Palermo, l'immagine bruciata davanti a un'altra scuola. Don Ciotti: "Segnali di debolezza"

Giovanni Falcone

Giovanni Falcone

Palermo, 10 luglio 2017 - Doppio attacco alla memoria di Giovanni Falcone. Dopo l'episodio della statua del magistrato 'decapitata' davanti alla scuola Falcone-Borsellino  di Via Pensabene, nel quartiere Zen, si registra un altro atto di vandalismo: qualcuno ha dato fuoco a un cartellone con una immagine di Giovanni Falcone posizionato davanti i cancelli di un'altra scuola, la "Alcide De Gasperi" di piazza Papa Giovanni Paolo II. La gigantografia faceva parte di un gruppo di cartelloni realizzati nei giorni scorsi dagli studenti. 

A rendere noto questo nuovo, grave episodio è il sindaco di Palermo. "Un atto da parte di chi tenta selvaggiamente di opporsi all'irreversibile cambiamento culturale e alla sempre più efficace opera di repressione ai quali non si rassegna - ha commentato Leoluca Orlando - a Palermo, dove il cambiamento è stato forte e irreversibile, questi comportamenti confermano che c'è ancora molto fare ma che siamo davanti a un fenomeno che dimostra il nervosismo di ambienti arroganti e mafiosi che non si rassegnano all' inevitabile sconfitta". 

LA NOTA DI DON CIOTTI - "Hanno tagliato la testa ma l'anima resta intatta, invulnerabile.Il danneggiamento, lo staccare la testa della statua di Falcone è un gesto vile quanto vano. Un gesto stupido e provocatorio di cui bisogna tener conto ma che ci spinge ancora di più ad andare avanti e impegnarci di più", scrive Luigi Ciotti, presidente Libera. "Quella statua ha infatti radici nell'impegno di molti. Quell'atto vandalico è paradossalmente un segno di debolezza. Dimostra la forza di quella memoria divenuta impegno. Quell'atto violento mette a nudo non la statua di Giovanni, ma la paura di chi sente che il suo impegno per la giustizia e la verità è ancora tra noi, nei tanti disposti a continuarlo. E quell'atto non deve farci dimenticare le cose belle e positive - prosegue - i tanti percorsi importanti realizzati in quel quartiere e che sono la speranza che fa da argine alla disperazione e alla negatività. E' compito di tutti illuminare questa bellezza. Ma il gesto di oggi ci ricorda anche il clima di attacco e di intimidazione di queste ultime settimane verso luoghi simboli come i terreni confiscati in Calabria, in Sicilia e in Campania che ci richiamano a sentire sempre prepotente dentro di noi il morso del più, del dare di più. Quel morso del più che chiediamo anche alla politica per velocizzare l'attuazione di questi strumenti legislativi necessari nella lotta alle mafie e alla corruzione per colmare quei ritardi che in questi anni hanno fatto il gioco dei criminali", conclude.