Il gusto di scoprire

PER USARE tutto quello che hanno, dovrebbero essere la dea Kali, o dei millepiedi. Invece ‘scopri’ che i bambini di oggi sono sempre dei bambini. Che con i giocattoli si comportano più o meno come con le scarpe: ne possiedono (gliene compriamo) a decine, ma alla fine, si mettono sempre le stesse. Perché pure nel terzo millennio hanno due mani, due piedi e una testa. Con la voglia di scoprire, manipolare, inventare. Sognare. Come una volta. Ora ce lo dicono gli scienziati, ma se volevano risparmiare i soldi della ricerca, potevamo dirglielo anche noi padri e madri, piccini di una volta. Quando i regali arrivavano solo alle feste comandate e in modica quantità. Accolti con piacere, com’è nella natura umana.

Perché, se ti offrono un menù stellato da 50 portate, sei disorientato, ci metti un quarto d’ora per decidere, e magari fai pure indigestione. Se ti mettono davanti un buon piatto fatto in casa, beh, un po’ ti lamenti, poi come dicevano i nostri vecchi, o mangi la minestra o salti la finestra. E te la gusti. Così i bambini, anche quelli 4.0. Che amano ricevere tanti giochi, compresi quelli elettronici, ovvio. Ma che alla fine si trovano meglio con pochi balocchi attorno. Che tornano a gustare le costruzioni o i giochi di società. Perché abbattere il nemico nell’ultimo war game li eccita, ma comprare con papà Viale dei Giardini o Parco dei Principi a Monopoli dà ancora il suo gusto. Bene. La natura umana riprende i suoi diritti. Rivendicando fin dai suoi cuccioli il desiderio di trasformare un bastone in una spada, la scatola del panettone in un elmo, lo scialle della nonna in un vestito da sera. Bravi bambini che amate più dei tablet la bicicletta, il pallone, le bambole, anche se griffate con i personaggi dell’ultimo cartone. Ditelo ai vostri genitori che vi sedano con l’elettronica: voglio guardare la tv, ovvio. Voglio il cellulare, normale. Ma a Natale fatemi trovare una scatola di Lego. E prendetevi qualche ora per costruire assieme il nostro mondo.

P. S. Magari, non dite sempre: voglio. Sentite come suona bene: vorrei!