Martedì 23 Aprile 2024

Ginecologi non obiettori, l'Ordine dei medici: "La Regione ritiri l'atto"

Caso San Camillo, i medici del Lazio schierati contro l'assunzione per concorso di due medici dichiaratamente non obiettori. Il Pd, serve una legge ad hoc

Ginecologi non obiettori: l'ingresso dell'ospedale San Camillo di Roma (Ansa)

Ginecologi non obiettori: l'ingresso dell'ospedale San Camillo di Roma (Ansa)

Roma, 23 febbraio 2017 - Non si placa la polemica sull'assunzione, al San Camillo di Roma, di due ginecologi non obiettori di coscienza. Dopo la Cei, i medici cattolici e la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, oggi anche l'Ordine dei medici di Roma si schiera contro il provvedimento, chiedendo addirittura di revocare l'atto. Di contro a pronunciarsi a favore del provvedimento è Emma Bonino. Un po' a sorpresa anche l'azzurro Giovanni Toti, governatore della Liguria, dà ragione a Zingaretti, mentre un gruppo di senatori Pd propone una legge ad hoc per "Assumere le persone giuste al posto giusto". Quanto al governatore del Lazio, insiste nella linea: "Nessuna guerra di religione, il servizio è garantito"

Aborto, 7 ginecologi su 10 sono obiettori di coscienza

L'ORDINE DEI MEDICI - Il presidente Giuseppe Lavra chiede al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti di revocare "l'atto iniquo" della assunzione di due medici sulla base di un concorso per non obiettori all'aborto. Lavra chiede anche che il Comitato Centrale della Federazione nazionale, la Fnomceo, di pronunciarsi su questa vicenda. "Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza - spiega - ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica".

E continua il presidente dei camici bianchi di Roma: "Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l'obiezione di coscienza in determinate situazioni. Ma queste ragioni superiori non ci risulta esistano". In particolare, "non risulta che i servizi di Ivg, non siano mai stati assicurati nell'azienda Sanitaria pubblica. Inoltre, ove si verificassero difficoltà ad assicurare il servizio si avrebbero numerosi strumenti normativi di carattere flessibile, che, utilizzati, potrebbero tranquillamente superare tali ipotetiche difficoltà".

Per Lavra si tratta di una "forzatura gestionale e amministrativa, conculcando un diritto inalienabile, che allarma chi ha il dovere di tutelare la professione medica nei suoi aspetti fondamentali della bioetica e della deontologia che sono ad esclusiva garanzia della comunità sociale. Nutro rispetto per la figura istituzionale del presidente Nicola Zingaretti - conclude Lavra - verso il quale ho una mia personale opinione positiva, ma temo che in questa occasione possa essere stato mal consigliato".

ZINGARETTI REPLICA - "Non c'é nessuna volontà di riproporre scontri ideologici su temi così delicati - replica Zingatetti, che già ieri aveva spiegato le ragioni del suo bando per non obiettori - l'importante è che i radicalismi non si impossessino di questi argomenti". E ancora: "Mi auguro che dopo i dovuti approfondimenti, tutti potranno prendere atto che non c'è alcuno snaturamento della legge. Anzi: dopo anni di difficoltà torniamo a investire sulla prevenzione" e "il bando non esclude gli obiettori. Semplicemente esplicita chiaramente la funzione che si deve svolgere quando si è assunti e che ovviamente sara' parte del contratto".

IL PD: LEGGE AD HOC - "Il governatore del Lazio Zingaretti e il direttore generale dell'ospedale San Camillo di Roma hanno percorso la strada più giusta per riconoscere diritti sanciti da una legge dello Stato: quelli delle donne alla tutela della salute e ad avere accesso all'interruzione volontaria di gravidanza - dicono i senatori Pd Monica Cirinnà, Sergio Lo giudice e Beppe Lumia - e la legge sull'obiezione di coscienza non è in discussione e viene ampiamente attuata, tanto è vero che in Italia 7 medici su 10 sono obiettori. Prevedere una riserva concorsuale non significa operare una discriminazione, ma dare piena attuazione alla legge 194, attraverso una procedura per assumere le persone giuste al posto giusto, come avviene normalmente in altri settori. È da un anno che diciamo che serve una legge nazionale per disciplinare concorsi come quello bandito al San Camillo. Abbiamo già pronto un disegno di legge per regolamentare la riserva concorsuale per i medici non obiettori. Abbiamo intenzione di presentarlo al più presto e di chiederne la rapida calendarizzazione".

"Chi si oppone - continua la nota dei senatori Pd - dovrebbe lavorare per attuare la legge 194 in tutti i suoi aspetti, comprese le politiche di prevenzione dell'aborto e per una gravidanza consapevole. Con la salute delle donne non si scherza e un diritto non può essere riconosciuto solo sulla carta, ma non nei fatti".

EMMA BONINO - Come avevano fatto già ieri i radicali, anche Emma Bonino - da sempre in prima linea per la tutela dei diritti - è favorevole al concorso per medici non obiettori: "La soluzione del San Camillo? Penso che la legge sia molto chiara e le istituzioni devono applicare la legge e garantire il servizio. In molte regioni sappiamo che non è così proprio per l'abuso dell'obiezione di coscienza. È un modo di applicare la legge. Ora, a parte la coscienza di ciascuno, compito dello Stato è far applicare le leggi. Non è una discriminazione per nessuno, è semplicemente, finalmente, applicare la legge", spiega Emma Bonino.