Sabato 20 Aprile 2024

Aborto, il San Camillo assume non obiettori. E scoppia la polemica

Per la Cei "si snatura la legge 194 e non si rispetta il diritto all'obiezione di coscienza". Lorenzin: "La legge non lo prevede" Zingaretti: "Garantire alle donne un diritto"

L'ospedale San Camillo di Roma (Dire)

L'ospedale San Camillo di Roma (Dire)

Roma, 22 febbraio 2017 - Aborto e obiezione di coscienza. E' scoppiata la polemica sull'idea di assumere ginecologi non obiettori, messa in atto per la prima volta dall'ospedale San Camillo di Roma, che ha bandito un concorso appostito. Se i vescovi argomentano che 'snatura la legge 194', il governatore del Lazio Zingaretti risponde che, al contrario, 'garantisce alle donne un diritto sancito dalla legge'. Il concorso del San Camillo, uno degli ospedali più grandi della Capitale, è finalizzato all'attività interruzione di gravidanza, quindi all'applicazione della legge 194. I due ginecologi che l'hanno vinto stanno per prendere servizio. E secondo il direttore dell'ospedale il loro vincolo contrattuale non è discriminatorio. Da parte loro i radicali e Sinistra italiana appoggiano l'iniziativa e anzi sono per estendere concorsi di questo tipo in tutte le Regioni, mentre i medici cattolici parlano di 'grave discriminazione'. In tutto ciò interviene anche la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che si dice contraria.

Aborto, 7 ginecologi su 10 sono obiettori di coscienza

LORENZIN - Si era già espressa con un 'no' in audizione, Beatrice Lorenzin, ma ora allo scoppiare della polemica, il ministro chiarisce: "È evidente che abbiamo una legge, che non prevede questo tipo di selezione. Prevede invece la possibilità, qualora una struttura abbia problemi di fabbisogno, per quanto riguarda singoli specifici servizi, di poter chiedere alla regione di attingere anche in mobilità da altro personale". 

LA CEI - Secondo don Carmine Arice, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, la decisione di assumere al San Camillo di Roma medici dedicati all'interruzione di gravidanza, impedendo loro dunque l'obiezione di coscienza, "snatura l'impianto della legge 194 che non aveva l'obiettivo di indurre all'aborto ma prevenirlo. Predisporre medici appositamente a questo ruolo è una indicazioni chiara".  E Arice sottolinea che in questo modo "non si rispetta un diritto di natura costituzionale quale è l'obiezione di coscienza".

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ZINGARETTI - Di opposta opinione il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: "Dobbiamo affrontare il grande tema dell'attuazione vera della 194 nei modi tradizionali anche sperimentando forme molto innovative di tutela di una legge dello Stato che altrimenti verrebbe disattesa - dice il governatore - Quindi è una sperimentazione, siamo i primi in Italia e penso che sia necessario garantire alle donne un diritto sancito dalla legge. Il bando per le assunzioni è concluso e tra qualche giorno entreranno in funzione". Grazie alla formula sperimentata dalla Regione Lazio chi, assunto con questa modalità, opponesse l'obiezione di coscienza di fronte a un aborto potrebbe rischiare il licenziamento o la mobilità.

E a polemica scoppiata, Zingaretti precisa: "Occorre puntualizzare però che in questa vicenda l'obiezione di coscienza è garantita al 100%: per rispettare l'applicazione è stato promosso un bando per 2 unità di personale su oltre 2.200 operatori del settore, in un servizio strettamente finalizzato a operare richieste di interruzione di gravidanza". Insomma, "chi legittimamente è obiettore non ha partecipato a questo bando e potrà portare le sue professionalità in altri campi del servizio sanitario e dello stesso Dipartimento della salute della donna e del bambino. Come al momento avviene per il 78% dei medici obiettori in servizio nel Lazio".

In generale, ricorda il governatore, nel Lazio "l'applicazione della legge 194 funziona: dal 1987 si è passati da 21.274 casi di interruzione di gravidanza a 9.617 nel 2015, con una riduzione del 55%. In questo contesto, comunque positivo, l'obiettivo è garantire la piena applicazione della legge. Sia per quanto riguarda i diritti della salute delle donne, quindi anche nella pratica dell'interruzione di gravidanza, sia per gli strumenti di prevenzione previsti dalla legge 194. Compito istituzionale della Regione è applicare una legge dello Stato, la 194, nella sua interezza". In ogni caso la Regione Lazio "è attiva anche per rilanciare le azioni per la prevenzione dell'interruzione di gravidanza, attraverso l'educazione e l'informazione. Tra i pilastri di quest'azione, c'è il potenziamento della rete dei consultori del Lazio, su cui a brevissimo verrà presentato dalla Regione Lazio un piano per il rafforzamento infrastrutturale e di personale".

 MIRABELLI - Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, in un'intervista a Tv2000 dichiara: "Un concorso che esclude coloro che sono obiettori è di dubbia legittimità.  L'obiezione di coscienza - ha detto - è un diritto fondamentale riconosciuto alla persona e non può essere un requisito la rinuncia a questo diritto per partecipare a concorsi pubblici". 

IL DIRETTORE DELL'OSPEDALE - "Per la prima volta nel Lazio è stato fatto un bando di concorso per ginecologi dedicati alla 194, non obiettori e quindi a tempo indeterminato, è utile a tutelare un diritto. Il tema di coscienza dovrebbe andare risolto a monte, ma c'è un vincolo contrattuale, le persone le stiamo assumendo per la 194. Sono assunti per la finalità per quel servizio", spiega il direttore del San Camillo, Fabrizio D'Alba, in merito al concorso dedicato ai specialisti non obiettori sull'interruzione di gravidanza. "Ci sono n.istituti e n. azioni che la struttura può attuare e c'è il tema dell'esubero - spiega a Radio Capital - Non è discriminatorio, ci muoviamo per la prima volta in un terreno sconosciuto. Apre un precedente, dà garanzie per la qualità e la copertura di un diritto, il medico deve garantirla".