Venerdì 19 Aprile 2024

Casa in fiamme, lanciano figlio dalla finestra per salvarlo. Morte cerebrale del piccolo

Dramma a Casella, Genova, la casa brucia. Madre, padre e figlio di 7 anni si lanciano dalla finestra. Crollata la palazzina. Dopo ore è stata dichiarata la morte cerebrale del bambino. La madre ha autorizzato l'espianto degli organi

Casella, brucia la casa: famiglia si getta nel vuoto (Ansa)

Casella, brucia la casa: famiglia si getta nel vuoto (Ansa)

Genova, 22 aprile 2017 - Non ce l'ha fatta il piccolo Giuseppe, alle 21.45 è stata dichiara la morte cerebrale del bimbo lanciato nel vuoto dai genitori nel tentativo di salvarlo dalle fiamme divampate nella loro casa di via Mandelli, a Casella, comune dell'entroterra genovese. Il piccolo era stato ricoverato in condizioni disperate, con una frattura alla testa, all'ospedale Gaslini di Genova. La madre ha concesso l'autorizzazione all'espianto degli organi del figlio. La donna ha concesso il benestare dal letto dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, nonostante lo stato di choc. Il marito è in coma all' ospedale Galliera. Sarà comunque necessario attendere l'esito delle sei ore di monitoraggio per eventualmente avviare la procedura per l'espianto e la donazione degli organi.

La finestra era l'unica via di salvezza: così, per scampare alle fiamme, hanno gettato prima il figlioletto e poi si sono lanciati a loro volta. L'incendio era divampato alle 3 di notte in una palazzina nel centro del paese: al secondo piano vivevano madre, padre e figlio di 7 anni, che prima del gesto disperato hanno chiamato i vigili del fuoco. "Correte, qui brucia tutto", ha detto la donna al telefono. Evidentemente non c'era tempo: i genitori hanno fatto andare avanti il bambino, poi l'hanno seguito nel vuoto. Un volo di 5 metri. Il bambino si era ferito in modo gravissimo ed era stato ricoverato in rianimazione all'ospedale Gaslini di Genova in condizioni disperate. Dopo ore la morte cerebrale.

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Grave il padre, trasportato al reparto di rianimazione dell'ospedale Galliera del capoluogo ligure. Meno critica la situazione della madre: la sua caduta è stata infatti attutita dalle corde per stendere i panni. Ora si trova al centro grandi ustionati di Villa Scassi. 

Quando sono arrivati sul posto, i vigili del fuoco hanno trovato i tre corpi a terra. Non sono riusciti ad entrare nello stabile perché l'edificio di due piani è crollato davanti ai loro occhi. Loro stessi hanno rischiato di essere travolti dal cedimento. 

Non ci sono altre persone coinvolte: un'anziana residente al primo piano non era in casa quando sono scoppiate le fiamme. Al piano terra negozi e un bar, che erano naturalmente chiusi. 

Si cerca intanto di fare chiarezza sulle cause dell'incendio, forse legate a una stufa a legna della famiglia. 

LA TESTIMONIANZA - "Il padre ci ha prima lanciato da una finestra delle coperte da usare come telo. Poi ci ha lanciato il figlio. Ma il bambino è caduto per terra". È la drammatica testimonianza di una ragazza fra le prime ad prestare soccorso alla famiglia prigioniera nella casa in fiamme a Casella. "Il padre e la madre si sono lanciati nel vuoto subito dopo perché è crollato il solaio della casa. Per fortuna si sono aggrappati ad una persiana e alle corde del bucato. Ma si sono fatti male perché hanno fatto un volo di circa 5 metri". 

"Non hanno avuto scelta - racconta un altro testimone -. Da tutte le finestre della palazzina uscivamo fiamme. Per alcuni minuti il bimbo e il padre e la mamma sono rimasti per terra senza che nessuno gli prestasse soccorso. Il bimbo era incosciente, come il papà, anche lui esanime. È stato terribile vederli abbandonati così... si vedeva che anche l'uomo era grave perché aveva le gambe deformate dalle fratture".