ALESSANDRO FARRUGGIA
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G7 Energia, perché è saltato l'accordo sul clima

Passo indietro degli Stati Uniti su Parigi. Il ministro Calenda: "Dialogo comunque costruttivo con gli Usa"

Carlo Calenda al G7 Energia di Roma (Ansa)

Carlo Calenda al G7 Energia di Roma (Ansa)

Roma, 10 aprile 2017 - Non è un bel clima. Il G7 energia che si è svolto a Roma non è riuscito a trovare l’intesa per un documento comune perche gli Stati Uniti si sono messi di traverso contro un documento che facesse riferimento ad impegni di riduzione delle emissioni di gas serra

La presidenza italiana ha quindi optato per una propria dichiarazione, nella quale ci si limita a registrare la spaccatura. «Il segretario dell’Energia degli Stati Uniti d’America – vi si osserva – ha informato i ministri che gli Stati Uniti stanno rivedendo molte delle loro poltiche e si riservano la loro posizione su questo tema, posizione che sarà comunicata successiavamente. Gli altri capi di delegazione hanno riaffernato il loro impegno per l’implementazione dell’accordo di Parigi affinché si possa limitare l’aumento delle temperature ben sotto i 2° rispetto al livello preindustriale e di fare ogni forzo per limitare l’aumento della temperatura a 1.5°, hanno incoraggiato tutte le Parti a ratificare l’accordo di Parigi e riaffernato il lro impegno ad accellerare le decarbonizzazione del settore energetico». 

Grazie a Trump, la luna di miele di Parigi è già finita. Adesso toccherà al presidente americano decidere come muovere sul clima: se uscire dall’accordo di Parigi, limitarsi a non applicarlo o magari uscire dalla Convenzione quadro sul clima, e quindi dall’intero processo che ha generato gli accordi di Kyoto e di Parigi. Una decisione è attesa prima di giugno.  

Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha fatto buon viso a cattivo gioco parlando di «dialogo molto costruttivo con gli Usa, che si è svolto senza alcuna frizione: rispettiamo il fatto che gli Stati Uniti stiano rianalizzando le politiche energetiche». «Non è stato possibile – ha detto Calenda – firmare una dichiarazione congiunta dei Paesi del G7 che copra tutti gli argomenti delle discussioni.  Perciò abbiamo ritenuto di procedere con un report alla Presidenza che metta insieme la discussione, ma senza una dichiarazione conclusiva». Così è, se vi pare.

«L’accordo di Parigi è irreversibile e va attuato – ha commentato il presidente francecese Francois Hollande – però ci sono ancora reticenze, lo abbiamo visto al G7 dei ministri dell’energia dove non è stato possibile arrivare a un accordo comune sugli impegni di Parigi».

All’apertura dell’ultimo giorno di lavori del G7 Energia, attivisti di Greenpeace sono entrati in azione a Roma consegnando ai ministri delle sette grandi potenze mondiali un gigantesco termometro, simbolo della temperatura del Pianeta che continua a salire. Una delegazione dell’associazione ambientalista è stata ricevuta  dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, presidente di turno del G7 energia. «Al ministro – informa Greenpeace – gli attivisti dell’organizzazione hanno ricordato quanto sia importante rispettare gli impegni presi alla Conferenza sul Clima di Parigi, chiedendo inoltre di isolare le posizioni negazioniste e anti-scientifiche della nuova amministrazione Trump».

«Il ministro Calenda – ha detto Luca Iacoboni, responsabile della campagna clima e energia di Greenpeace Italia – ci ha confermato che c’è la volontà di rispettare gli impegni presi alla COP21 e che l’Italia farà la sua parte, ma questo non basta. Se davvero vogliamo mantenere l’aumento di temperatura entro i 2°C, o ancor meglio sotto la soglia di 1,5°C  bisogna fare molto di più». «La politica di Trump è preoccupante – osserva  Mariagrazia Midulla, responsabile Wwf per il clima –  ma è importante il fatto che gli altri governi non abbiano cercato un compromesso con gli Stati Uniti, ma siano rimasti fermi sulle loro posizioni sul clima e l’energia».

«Anche se dalla Cina arrivano segnali positivi – commenta Ermete Realacci (Pd), presidente della Commissione Ambiente  della Camera – non è una buona notizia la mancanza di una dichiarazione comune dal G7 sull’Energia. Il governo degli Stati Uniti sta cambiando direzione di marcia nel contrasto ai mutamenti climatici, ma la dichiarata spinta su carbone e petrolio non può frenare il mondo, né tantomeno l’Europa». «L’impegno per il clima – ha proseguito Realacci – non è solo un dovere verso l’ambiente e le nuove generazioni, ma anche una importante opportunità di crescita e sviluppo sostenibile, basato su energie rinnovabili, innovazione, green economy. Ora l’Europa deve accelerare e mantenere la leadership che l’ha vista, da Kyoto a Parigi, protagonista della principale sfida del futuro».