Mercoledì 24 Aprile 2024

Prosciutto San Daniele Dop, 103 indagati per frode a Pordenone

Marchio contraffatto, nella bufera macello di Aviano e ispettori del Consorzio tutela. Sequestri per 27 milioni di euro. Danno all'immagine del Made in Italy, consumatori beffati

Foto Ansa

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Pordenone, 17 agosto 2018 - La Procura ha chiuso le indagini preliminari sull’ipotesi di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio di prodotti agroalimentari con denominazione di origine protetta (Dop) contraffatta ai danni del Prosciutto di San Daniele. Numerosi i reati contestati a 103 indagati, persone fisiche e società, tra responsabili e impiegati del macello di Aviano, allevatori, prosciuttifici, ispettori del Consorzio di tutela. Emessi decreti di sequestro per 270 mila prosciutti, per 27 milioni di euro.

L’inchiesta ha accertato che sono stati immessi in commercio prosciutti a denominazione protetta ai quali non poteva essere attribuita questa denominazione di San Daniele, non perché fossero prodotti scadenti o meno buoni, ma perché privi dei requisiti per i quali il titolo viene rilasciato. Il disciplinare di produzione, infatti, non ammette ad esempio la “genetica Duroc d'Olives“ danese, oppure una alimentazione che include scarti della produzione industriale di farinacei (pane, pasta, pizza, industria dolciaria) o un’età particolare del capo animale. Tutti requisiti che, nel caso di circa 270 mila prosciutti per i quali sono stati emessi decreti di sequestro, non sono stati rispettati.

La Procura è giunta a queste conclusioni in seguito a intercettazioni telematiche e ambientali, all’analisi di campioni di sangue e di prosciutti, all’escussione di 180 persone informate sui fatti e alle confessioni di altre dieci persone. A rimetterci, in un meccanismo a cascata, sono i consumatori, la credibilità del Made in Italy, gli imprenditori onesti e tutta l’economia della filiera.

Da accertamenti risulterebbe che la frode si perpetuava da dieci anni. La maggior parte dei prosciutti da sequestrare all’atto dell’esecuzione dei provvedimenti cautelari era già stata commercializzata, quindi sono stati materialmente sequestrati 80 mila prosciutti, ancora in fase di stagionatura. I provvedimenti di sequestro sono stati revocati soltanto dopo l’eliminazione dei marchi identificativi della Dop. Gli inquirenti, inoltre, contestano omessi controlli ai responsabili degli organismi preposti, anche in seguito a molteplici e puntuali segnalazioni. Per questa ragione il Ministero delle Politiche agricole nel maggio scorso ha adottato a carico dei due organismi di controllo provvedimenti di sospensione irrogando sanzioni amministrative per centomila euro. 

“Oggi si è conclusa una importante operazione contro la contraffazione di una delle nostre maggiori eccellenze Dop, il prosciutto di San Daniele. Un’operazione che ha portato alla luce un giro di affari impressionante“. Cosi in una nota Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole. “Va il mio ringraziamento - continua il ministro Centinaio - alle forze dell’ordine e alla Procura di Pordenone che hanno portato avanti le indagini e raggiunto importanti traguardi nella lotta alla contraffazione. Solo continuando a lavorare quotidianamente a livello nazionale e internazionale possiamo difendere i nostri prodotti di eccellenza, da quanti, con espedienti malavitosi, danneggiano il made in Italy, i produttori onesti e l’economia del nostro Paese”.