Finestre di angoscia

IN FONDO alle trasmissioni Rai, nel cuore della notte, veniva trasmesso il Bollettino del mare con gli Avvisi ai naviganti. Non so se sia ancora in programmazione e dove, ma è giusto dirlo: quella litania tra fronti occlusi e burrasche resta il miglior sonnifero reperibile senza ricetta. La voce cadenzata che annunciava tempesta sulle Bocche di Bonifacio va ripensata con nostalgia nei giorni in cui la radio confeziona notizie di tragicità inverosimile. In materia di distruzione siamo diventati molto più efficaci della natura, eppure la natura ci sorprende con contromosse bibliche esagerando di sopra e di sotto, per cui la sera a letto è meglio Bach. Anche allora il mondo era un posto pericoloso. Ma un gruppo di affezionati insonni sapeva che il rimedio all’insicurezza dell’esistenza – rilevata e soprattutto percepita – era sintonizzarsi sul sistema frontale a sud delle Baleari che si muoveva lentamente verso Est. “Lentamente” era una benzodiazepina.

“Pressione livellata di 1024 hectopascal” comunicava un senso di pace luminosa fino alla fase Rem. Si partiva dalle Colonne d’Ercole per risalire l’Adriatico, pescatori di sogni che ripassavano una geografia di acque e coste invisibili. Il famoso Mar di Alboran si sentiva nominare solo lì, come nella fantasia di Calvino, opera della mente o del caso. Era la risposta rasserenante alle domande insidiose della veglia, prima di ammainare il bisogno di capire a tutti i costi.