Martedì 23 Aprile 2024

Caccia ai fantasmi, crescono i gruppi in cerca di ombre

Fortezze, ex conventi, ville. Si fanno video e foto con attrezzature sofisticate

Ghostbusters

Ghostbusters

Roma, 24 aprile 2017 - Mai stati così vivi, i fantasmi. Inseguiti da un esercito di ghostbusters e ricercatori del paranormale. C’era una volta la celebre commedia americana e c’è ancora la trasmissione ‘Mistero’. Grazie anche a questi modelli si sono moltiplicati i gruppi di acchiappaspettri, dal Trentino alla Sicilia. Vanno in tv, fanno trasmissioni radio, tengono conferenze, portano video e foto delle loro ‘inchieste’, di regola non si fanno pagare. Incuriosiscono anche chi non ci crede.

Nel fine settimana i ghost hunters di tutta Italia si sono riuniti al castello di Bardi, fortezza isolata su uno sperone di roccia, siamo a Parma. Un pubblico di spettatori paganti, biglietto da 12 euro per un percorso da brividi. Perché da più di vent’anni giornalisti, parapsicologi e sensitive raccontano di un misterioso cavaliere che anima le notti del maniero, ecco l’ombra di lui fotografata sul sito del Comune. Nel dubbio di non riuscire ad acchiappare fantasmi, si acchiappano almeno i turisti.

Fortezze, ville disabitate, ex conventi, case maledette: ecco il terreno di caccia dei ghost hunters nostrani. Sono impiegati o magazzinieri, parrucchiere, imprenditori o vigili del fuoco. Di notte si trasformano. Armati di registratori vocali a bassa frequenza o telecamere a infrarossi, per limitarsi all’attrezzatura di base. Ma i più sofisticati vanno in giro con laser e fototrappole, rilevatori elettromagnetici o di vibrazioni, metal detector e droni. Veramente un paio di anni fa in Veneto un «investigatore del paranormale» aveva inventato addirittura un «dispositivo capace di rilevare la presenza di fantasmi» grazie a sensori «in grado di registrare le sequenze anomale EVP, voci elettroniche o psicofonia». Doveva costare 200-250 euro, il mercato dei ghost busters pareva finito «ma poi non so per quale motivo, l’impresa è andata a finir male», non spiega granché l’inventore, che chiede l’anonimato e si confessa cacciatore di fantasmi pentito. Di più: «Ho un’avversità ormai conclamata verso la categoria, soprattutto per quelli che vanno in tv». È invece proprio il lavoro che racconta con orgoglio Daniele Piccirillo, sceneggiatore, per passione sensitivo di Ghost hunters team, «gruppo ufficiale della trasmissione ‘Mistero’, siamo stati i primi a fare le indagini in diretta, le nostre foto hanno fatto il giro del mondo. Quanti sono i gruppi in Italia? Direi una ventina. Ma pochi fanno ricerca seria. Servono basi intellettuali. Parapsicologia, teologia... Io ho studiato in Vaticano esorcismi e preghiere di liberazione. Credo ai fantasmi e faccio divulgazione. Veramente sarebbe meglio chiamarle entità. Se sono negative, bisogna chiamare un esorcista. Se sono benevole, o ci convivi o li aiuti con la preghiera».

Ci sono i cacciatori di spiriti e ci sono i ricercatori, come preferisce essere chiamato Mauro Breme. Comasco, è artigiano nel tessile e vicepresidente del Pari, Paranormal Activity Research Investigation, gruppo che ha dato vita al progetto Serp - studi e ricerche sul paranormale -, su Facebook supera i 17mila iscritti. «Non siamo creduloni ma nemmeno scettici – sta in equilibrio –. Mai trovato un fantasma. Anche perché a differenza di altri team facciamo una relazione scritta. Con noi lavorano matematici, chimici, forze dell’ordine, fotografi professionisti, persone che studiano i video, tutti altamente specializzati. Abbiamo iniziato nel 2013, valutiamo con un questionario l’attendibilità di chi ci chiama. Una volta siamo intervenuti per un fenomeno di apparenti allucinazioni. Invece era solo l’impianto elettrico non a norma».

E sempre da 4 anni gira l’Italia a caccia di spiriti Carmelo Paparone, 32 anni, impiegato, fondatore dell’Italian Paranormal Research di Forlì. A fine mese porterà il suo gruppo nella rocca di Offagna (Ancona), alla ricerca di una misteriosa dama verde. «Le nostre inchieste hanno avuto riscontri importanti – il suo bilancio –. Non andiamo solo nei castelli ma anche nelle case private. L’ultima a Livorno, abbiamo trovato una sfera d’energia che oscura tutto davanti all’obiettivo della telecamera. Una spiegazione scientifica? Esclusa. Quanto costa? Nulla, lo facciamo gratis, ci autososteniamo. Per noi è una missione, proviamo a dare una risposta a fenomeni che incuriosiscono fin da piccoli, perché siamo qui e se siamo soli. Io studio la materia ormai da dieci anni».

I personaggi storici sono una fonte perenne di ispirazione. I Ghost hunter Padova ci sono immersi. Trincee, bunker, forti e musei. Fino a donna Rachele e Benito Mussolini, l’indagine a Villa Carpena (Forlì), risale al 2013. Andrea Pugliese, guardia giurata, presidente dell’associazione, racconta così quella notte: «Abbiamo rilevato un file audio, si sente qualcosa come ‘lui è qui’. Armando, l’ultimo contadino del duce, ha riconosciuto la voce di donna Rachele. Poi con la termocamera abbiamo rilevato macchie rosse sulla moto di Mussolini. Naturalmente non siamo né scienziati né fisici ma ragazzi con la passione per il mistero, ci siamo documentati. Fantasmi? Noi diciamo sempre anomalie. In Italia abbiamo ancora una mentalità chiusa, in Inghilterra o Germania sono molto più aperti». Come si dice, il mistero attrae. Attenzione, però: nelle università canadesi stanno già lavorando al bot che ci farà parlare con gli spiriti usando le tracce che abbiamo lasciato in vita. Mistero dei misteri. Resta da capire se i fantasmi tecnologici faranno più o meno paura degli altri.