Ester Pasqualoni uccisa, il presunto assassino si è suicidato

Trovato morto nel suo appartamento il presunto killer dell'oncologa accoltellata a morte

Ester Pasqualoni, oncologa uccisa a Teramo

Ester Pasqualoni, oncologa uccisa a Teramo

Roma, 22 giugno 2017 - Si è suicidato il presunto assassino dell'oncologa Ester Pasqualoni, accoltellata a morte mercoledì in provincia Teramo, davanti all'ospedale Val Vibrata di Sant'Omero. Ex investigatore privato, 65enne, sono in corso verifiche per stabilire se sia lui lo stalker che, secondo quanto emerso finora dalle indagini, da tempo perseguitava la donna. L'uomo è stato scoperto nel suo appartamento di Martinsicuro, in provincia di Teramo, sulla riviera Adriatica, il corpo è stato portato via poco dopo le 14.30. Davanti casa sarebbe stata ritrovata la Peugeot 106 bianca con cui sarebbe fuggito dall'ospedale. Del caso si occupano i carabinieri del comando provinciale di Teramo.

La vittima, 53 anni, separata con due figli - una ragazza di 15 e un ragazzo di 17 anni - è stata trovata con la gola squarciata nel parcheggio dell'ospedale, dove era dirigente di oncologia, responsabile del day hospital per gli ammalati di cancro. L'agguato del killer sarebbe avvenuto poco dopo le 16, quando la specialista aveva appena terminato il turno. E' stata uccisa con coltellate al petto e alla gola. A trovarla, in un lago di sangue, un medico del pronto soccorso.

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La dottoressa aveva da tempo segnalato uno stalker che la perseguitava e che aveva più volte respinto. Con il passare delle ore si stanno chiarendo alcuni aspetti di queste segnalazioni. A differenza di quanto emerso in un primo momento, la donna - secondo fonti investigative - aveva presentato non una denuncia ma un esposto, il 24 gennaio 2014, al commissariato di Atri (Teramo). Da qui erano seguiti degli approfondimenti e il successivo ammonimento, il 30 gennaio dello stesso anno, da parte del Questore. All'uomo, in seguito all'ammonimento, era anche stato ritirato il porto d'armi. Mosse che però non l'hanno spinto a mollare, anzi. Pochi mesi dopo, ad aprile 2014, la donna aveva chiamato di nuovo i carabinieri: mentre camminava per Roseto degli Abruzzi, dove risiedeva, l'uomo era passato in auto e sembrava la stesse riprendendo. A quel punto, proprio a fronte dell'esistenza del provvedimento di ammonimento, i Carabinieri di Roseto avevano fermato l'uomo, sequestrandogli la telecamera che aveva in macchina, e mandato un fascicolo in Procura. Sul caso si è espresso oggi il capo della polizia Franco Gabrielli. "Per noi questa vicenda è sicuramente una grande sconfitta", ha commentato al margine di un convegno.