Mercoledì 24 Aprile 2024

Elicottero caduto, due vittime salvarono vite a Rigopiano

Davide De Carolis e Walter Bucci hanno perso la vita nello schianto dell'elicottero all'Aquila. Pochi giorni prima scavavano tra le macerie dell'hotel Rigopiano

Davide De Carolis, caduto in elicottero a l'Aquila, salvò vite all'hotel Rigopiano (Ansa)

Davide De Carolis, caduto in elicottero a l'Aquila, salvò vite all'hotel Rigopiano (Ansa)

Roma, 24 gennaio 2017 - Davide De Carolis e Walter Bucci, due dei soccorritori che oggi si trovavano a bordo dell'elicottero del 118 dell'Aquila precipitato a Campo Felice, avevano prestato il loro aiuto anche nella tragedia dell'hotel Rigopiano. E avevano salvato alcune vite. Davvero il destino a volte sembra accanirsi proprio su questi 'eroi' quotidiani, destinati a rimanere senza nome se non quando sono travolti dalla tragedia. Per ironia della sorte Walter Bucci, 57 anni, medico cardiologo, non doveva neppure essere in servizio oggi, avendo fatto un turno di quasi due giorni.

A raccontare la storia di Davide De Carolis, 40enne dal sorriso nuono, è un amico, Roby De Paolis, che alle news di Tiscali ha affidato un ricordo di quelle ore passate al freddo a scavare tra la neve e le macerie dell'Hotel Rigopiano. Il 20 gennaio i due amici erano stati insieme a scavare fra le macerie dell'hotel Rigopiano, travolto il 18 gennaio da una valanga. "Entriamo nella buca io e Davide - scrive De Paolis - e iniziamo a scavare aiutati da Fabio, un vigile del fuoco che pur senza guanti resterà con noi tutta la notte. Dopo meno di un'ora pratichiamo un foro su quel che resta di un tetto e iniziamo a chiamare, ci risponde G. dicendoci che ci sente ma che siamo ancora lontani".

Il racconto continua: "Nevica, a volte pioviggina, ore durante le quali scaviamo con attenzione una enorme quantità di materiale, il problema è individuare correttamente da dove percepiamo la sua voce, ma finalmente G. ci comunica che vede una delle nostre luci, vuol dire che siamo vicini. Fabio, il Vigile che è con noi, nel muoversi calpesta alcune tegole e G. urla che ha sentito muoversi qualcosa, è quello che aspettavamo, la certezza che stavamo scavando nella giusta direzione. Rimuoviamo quella porzione di tetto e in mezzo a quel casino intravediamo un Moon Boot, lo tocco con cautela e sento che si muove, G. urla che gli sto toccando un piede, vedo la sua mano, mi allungo e gliela stringo, lui ricambia la stretta quasi a volermi rassicurare, sento nuovamente quel nodo alla gola".

E ancora: "Le ore successive saranno un susseguirsi di decisioni e di operazioni delicatissime atte a permettere l'estrazione del sopravvissuto senza comprometterne ulteriormente lo stato di salute, finalmente alle sei, dopo oltre sette ore di lavoro frenetico, lo tiriamo fuori tra gli applausi e i complimenti di tutti gli astanti. Sapremo più tardi che non corre pericolo ed è ricoverato all'ospedale di Pescara. Nelle stesse ore vengono estratti altri tre sopravvissuti, tutti in buone condizioni".