Martedì 23 Aprile 2024

Elena Del Pozzo, i pm non credono alla mamma. L'ipotesi del complice e i punti da chiarire

La 23enne: "L'ho uccisa da sola nel campo". Ma i pm: "Troppi ‘non ricordo’ strumentali nel racconto"

Catania, 18 giugno 2022 - "L’ho uccisa in quel campo, a pochi passi da dove l’ho sotterrata. Ho fatto tutto da sola". Dura quasi due ore l’interrogatorio di garanzia di Martina Patti, 23 anni, la mamma che lunedì ha ucciso la figlia Elena di 5 anni e poi ha inscenato un rapimento. Davanti alla gip Daniela Monaco Crea – che si è riservata sia sulla convalida del fermo sia sull’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della donna – la Medea di Mascalucia ribadisce quanto aveva detto ai carabinieri e ai pm: ho ucciso io la bambina, senza l’aiuto di nessuno, non so perché l’ho fatto, mi sentivo una forza sconosciuta dentro di me. Martina risponde alle domande poste dalla gip durante l’udienza di convalida. Almeno così dice il suo legale, Gabriele Celesti: "Non posso aggiungere dettagli di nessun tipo. I punti oscuri saranno oggetto di approfondimento investigativo anche alla luce delle dichiarazioni fatte". Questo però significa che la mamma-assassina, pur ribadendo le sue responsabilità, non ha chiarito la dinamica dell’omicidio. E la procura fa trapelare: dichiarazioni ancora lacunose, troppi ’non ricordo’ strumentali.

Elena Del Pozzo, l'autopsia: oltre 11 coltellate, non è morta subito

Martina Patti
Martina Patti

La madre di Elena al giudice: ho fatto tutto da sola

Padre: "Martina è un mostro, tutto premeditato"

Sono tanti i punti che restano poco chiari. Il primo è il movente. Qual è la scintilla che le ha armato la mano? Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sostiene che il motore dell’assassinio è la gelosia verso la fidanzata dell’ex compagno e il timore che la piccola Elena si fosse affezionata troppo alla donna, indebolendo l’esclusività del suo legame. L’ex marito, e padre della piccola, Alessandro Del Pozzo, non la pensa allo stesso modo: in una lettera diffusa 48 ore fa, sostiene che Martina volesse spezzare il sodalizio e la complicità tra lui ed Elena. Quando si è resa conto che questo non era possibile, perché troppo viscerale, l’ha uccisa. "Niente per me, niente per nessuno", questa la filosofia nichilista di Martina. Per questo motivo Alessandro la bolla come "un mostro". Un importante punto ancora senza una risposta riguarda il coltello e gli abiti sporchi di sangue. Dove è finita la lama usata per dare sei-sette fendenti all’inerme figlioletta? E gli abiti insanguinati di Elena sono stati tutti recuperati o davvero la bambina è stata seppellita svestita? Infine la location in cui è avvenuto l’omicidio. Lei, anche davanti alla gip, sostiene di averla uccisa in campagna, a pochi metri dalla fossa in cui è stata trovata. E allora perché quel pezzo di terra non è stato messo sotto sequestro dagli inquirenti? E se, invece, l’omicidio fosse avvenuto nella cucina della villetta di via Euclide? Il tema non è banale e non riguarda solo di una manciata di metri perché in questo caso Martina avrebbe potuto contare su un aiuto esterno per ripulire l’ambiente domestico e trasferire il cadavere in aperta campagna e sotto il sole a picco.

Il racconto choc della madre

E la buca in cui è stato messo il corpicino l’ha davvero scavata lei, come ha ribadito alla gip, o l’ha fatto qualcun altro? E se davvero si è armata di pala e piccone la mattina prima, vuol dire che l’omicidio non è stato un impulso parossistico, ma un comportamento premeditato. Toccherà ai rilievi dei Ris e all’autopsia, effettuata ieri pomeriggio al Cannizzaro di Catania, permettere di dare un perimetro tecnico alla dinamica dell’omicidio. La procura ha chiesto gli esami tossicologici per verificare se la bimba sia stata sedata. I carabinieri, dal canto loro, in modo laconico fanno trapelare che ci sono state verifiche sulla cerchia familiare di Martina per capire se qualcuno l’ha coperta, ma che al momento non sarebbe emerso nulla.

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