Mercoledì 24 Aprile 2024

Ragazzini egiziani pestati, i fermati: "Siamo noi le vittime"

Gli accusati del pestaggio di San Cono si difendono davanti al Gip: "Siamo nel filmato, ma ci siamo solo difesi". Uno degli aggrediti: "Ci hanno picchiato senza motivo"

Nel fermo immagine tratto dal video l'aggressione ai tre minorenni egiziani (Ansa)

Nel fermo immagine tratto dal video l'aggressione ai tre minorenni egiziani (Ansa)

Catania, 23 agosto 2016 - Dopo il filmato choc, che ha incastrato i tre maggiorenni italiani accusati d'aver aggredito quattro ragazzini egiziani (uno dei quali èin coma farmacologico) nel paesino di San Cono, continuano le indagini sull'accaduto. Ed emergono due versioni diametralmente opposte. Uno dei minorenni racconta: "Non li avevamo mai visti, ci hanno picchiato senza motivo". Da parte sua l'avvocato degli italiani ricostruisce la posizione dei suoi assistiti: "Il 18enne è stato aggredito dagli egiziani, gli amici l'hanno aiutato".

Ecco la spiegazione dei fermati: "Sì siamo noi nel filmato, ma noi siamo le vittime, non gli aggressori. Le mazze le avevano in mano loro, noi gliele abbiamo tolte", hanno raccontato Antonino Spitale, 18 anni, e i fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni, al Gip di Caltagirone, Ettore Cavallaro, nell'udienza di convalida del loro fermo.  E l'avvocato Pietro Marino ricostruisce: "All'uscita di San Cono 7-8 extracomunitari hanno aggredito per futili motivi il 18enne. I due fratelli Severo stavano passando e sono intervenuti per difendere l'amico. Uno dei due, che in auto aveva una pistola per giocare a softair l'ha impugnata per farli fermare. Hanno tolto loro le mazze da baseball, ma quelli che erano rimasti erano in possesso di colli di bottiglie e pietre e li hanno aggrediti, e loro si sono difesi. Sono loro le vittime".

Completamente diverso il racconto di uno degli aggrediti: "Noi quei ragazzi italiani non li conoscevamo, mai visti. Forse ci hanno scambiati per altri egiziani. Eravamo di ritorno dal mercatino del sabato, ci hanno picchiati senza motivo", spiega il minorenne, ospite come gli altri tre pestati del centro di prima accoglienza. Alla domanda perché i tre si sono accaniti solo contro uno dei quattro, in un italiano stentato e pronunciando alcune parole in inglese ha poi aggiunto: "Lui era più avanti rispetto al resto del gruppo. Forse per questo se la sono presa con lui".

Domani in Sicilia arriverà il console egiziano a Roma Sherif Elgammal per far visita ai giovani connazionali, vittime dell'imboscata: prima tappa in ospedale per far visita al sedicenne in coma farmacologico dopo l'intervento alla testa, poi si recherà in Prefettura e infine andrà a San Michele di Ganzaria nel centro di prima accoglienza dove si trovano gli altri tre giovani.