Vaccini, il sondaggio: "È un complotto". Due italiani su 10 sono no vax

Secondo il 68% di chi rifiuta le dosi "vengono nascoste informazioni sugli effetti collaterali". Il caso over 50: si oppone all’iniezione il 30 %

Gli italiani e i vaccini

Gli italiani e i vaccini

Secondo l’ultimo report settimanale del governo, sono circa 2,6 milioni gli over 60enni che a oggi non hanno richiesto neanche la prima dose di vaccino. In generale, comunque, circa il 18% della popolazione adulta, equivalente a 8,5 milioni di soggetti, già dai mesi scorsi ha dichiarato nei nostri sondaggi l’intenzione di non vaccinarsi, quindi quasi un terzo dei non vaccinati ha una età maggiore di 60 anni. Il rapporto tra vaccinazione e anzianità delle persone non è un indicatore secondario e i dati parlano chiaro: quando ancora non si poteva accedere al vaccino, i morti per Coronavirus si concentravano prevalentemente nella classe di età maggiore di 60 mentre oggi, con la campagna vaccinale in atto, l’età media dei contagiati e dei decessi è scesa. Se si pensa, inoltre, che la probabilità di morire per Covid è in rapporto sia all’aumentare dell’età che al non essere vaccinati, ecco che quella quota di 2,6 milioni di over 60 resistenti alla possibilità di farsi iniettare il vaccino è un dato critico su cui riflettere.

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Se tra gli over 80 solo 350mila ancora non sono vaccinati, nella fascia di età 70-79 diventano un po’ più di 780mila, mentre è tra i 60-69enni la fascia in cui si registra la maggiore concentrazione dei resistenti: circa 1,5 milioni. Comunque sia, al di là degli over 60, 8,5 milioni di italiani non hanno intenzione di vaccinarsi. Però sarebbe sbagliato etichettare tutti questi semplicemente come No Vax. Nella realtà la demotivazione verso la vaccinazione è influenzata da vari fattori e non tutti riconducibili all’ideologia dei contrari alle vaccinazioni.

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A questo pensiero si identificano soprattutto gli under 50, mentre il comportamento degli over 50 è generato da altre variabili. Per esempio il 68% degli ultra 50enni che non si è vaccinato afferma che i vaccini non sono così efficaci come la comunità scientifica racconta, o che comunque l’utilità sia talmente limitata nel tempo da renderla quasi ininfluente rispetto alla possibilità di essere contagiati. Quindi tra questi prevale più il sentimento di scetticismo sulla attuale ricerca scientifica che non una avversione contro il concetto del vaccino. Un altro fattore che pesa nella scelta di non vaccinarsi nel 69% di questo target è la convinzione che siano state nascoste informazioni sia sugli effetti collaterali immediati che su quelli futuri. Pertanto la paura, oltre che lo scetticismo, è diventato un altro ostacolo alla decisione. Anche il caos sulla comunicazione non ha certo motivato questa parte di popolazione che comunque era già da tempo indecisa, più che fortemente contraria. Infatti il 72% lamenta il fatto che i continui ripensamenti sulla pericolosità o meno del vaccino AstraZeneca abbiano rafforzato la convinzione del rischio sulla propria salute. Pertanto sono tre gli ostacoli principali da abbattere per poter mirare quanto prima all’immunità di gregge: scetticismo, paura e comunicazione caotica.

Le campagne di informazione pubblica hanno l’obiettivo di responsabilizzare i cittadini circa un fenomeno, e quindi in questo caso devono essere attivate, ma non è certo mostrando il viso di un testimonial che si convincono le persone indecise a vaccinarsi, soprattutto quando prevale la paura e lo scetticismo. Serve più informazione mirata rivolta alle richieste del target critico.

*Direttore Noto Sondaggi