Sabato 20 Aprile 2024

Genova, "il mio nipotino guarito dal tumore". Maxi donazione al Gaslini

Assegno da 800mila euro di un imprenditore riminese all'ospedale di Genova

Alfredo Aureli, imprenditore di Verucchio (Foto Bove)

Alfredo Aureli, imprenditore di Verucchio (Foto Bove)

Rimini, 2 ottobre 2016 - Il suo investimento più grande è stato per la salute del nipotino. Per aiutare e ringraziare chi aveva salvato la vita di quel bambino di due anni aggredito senza pietà da un tumore al cervello. Il nonno Alfredo Aureli, imprenditore di Verucchio, ha donato all’ospedale pediatrico Gaslini 800mila euro. Con quei soldi l’ospedale genovese è riuscito a mettere in piedi un’équipe di neuro-oncologia specializzata nel medulloblastoma, il tumore cerebrale maligno più frequente nell’infanzia. "Non mi ritengo una persona speciale. Spero solo che il mio gesto arrivi al cuore di qualcuno che possa poi emularmi", racconta Aureli, socio e consigliere d’amministrazione del gruppo Scm che produce macchine per la lavorazione del legno con filiali in Italia e nel mondo.

Quando è entrato in contatto con il Gaslini? "Cinque anni fa. Avevano diagnosticato a mio nipote, di appena due anni, un tumore al cervello. A Bologna ci avevano detto che restava poco da fare".

Non vi siete arresi però di fronte a questa sentenza. "Ci siamo rivolti al Gaslini e per otto mesi abbiamo vissuto a Genova. È stato operato e curato con grande professionalità e passione".

Suo nipote è guarito? "Oggi ha sette anni e frequenta la seconda elementare. È un bambino felice".

Per questo motivo ha donato 800mila euro al Gaslini? "In realtà la prima donazione da 500mila euro l’ho fatta quando la situazione di mio nipote era ancora incerta. Non ho aspettato di avere dei risultati. Ho voluto dare quei soldi perché ho sentito il bisogno di aiutare chi si stava dedicando a lui e ai bambini malati con grande passione".

Come sono stati utilizzati i soldi? "Eravamo rimasti molto colpiti dalla grande umanità del personale del Gaslini. Così ho deciso che quei soldi dovevano servire per assumere medici competenti".

E così è stato fatto? "Ho nominato un comitato di controllo, formato dai miei familiari, per verificare il buon utilizzo del denaro. In caso contrario il Gaslini avrebbe dovuto restituirmi i 500mila euro. I soldi sono stati spesi bene e ho deciso di fare un’altra donazione da 300mila euro. Questa volta a scatola chiusa, senza nessun controllo".

Con quella somma sono stati assunti un chirurgo oncologico, una neuroradiologa e una psicologa. "La donazione non è solo riconoscenza perché hanno salvato mio nipote. Credo che il dovere di un imprenditore sia quello di favorire il miglioramento della società in cui vive. Non ci trovo nulla di eroico. Gli eroi veri sono la dottoressa Garrè e la sua équipe".

Torna mai al Gaslini? "Tutte le volte per i controlli di mio nipote. E ci tornerò lunedì (domani, ndr), su richiesta del presidente Pongiglione, per sensibilizzare altri imprenditori a opere di solidarietà".