"Signora, si rassegni: lei è morta". Il caso beffardo delle due Carle

Stesso paese, stessa età, cognome quasi identico. Ed è il caos

Ospedale di Trecenta (DONZELLI)

Ospedale di Trecenta (DONZELLI)

Lendinara (Rovigo), 26 febbraio 2017 - UNA DECINA di giorni fa, mentre passeggiava per le strade del paese, Carla Piola, 88 anni, pensava di essere viva. Quando ha letto l’annuncio della sua morte, affisso sui muri, si è sentita barcollare. Ha dovuto chiarire l’equivoco e rasserenare i familiari, facendo sapere a tutti che stava bene. Eppure a Lendinara, paese di circa diecimila abitanti, nel Rodigino, c’è una sola d onna che si chiama Carla Piola, di 88 anni. E secondo gli annunci funebri, quella Carla Piola era proprio morta. Colpa di un errore commesso dall’ospedale di San Luca di Trecenta, dove era deceduta un’altra cittadina di Lendinara, Carla Paiola, con la a, di 88 anni. Nel trasmettere la notizia al comune di Lendinara un solerte impiegato dell’ospedale ha omesso una a. Così la defunta Carla Paiola è diventata Carla Piola, stessa età e stesso comune di residenza, che abita a pochi passi dalla donna deceduta. Morale: al comune di Lendinara risulta la morte di Carla Piola, che nonostante l’età avanzata sta abbastanza bene. Invece non è possibile celebrare il funerale di Carla Paiola, perché, sebbene morta, per la burocrazia è viva e non si sono mai viste esequie di persone in vita.  Carla Paiola era stata ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale il 14 di febbraio, in seguito a un malore di cui aveva sofferto nella sua abitazione a Ramodipalo, frazione di Lendinara. Dopo qualche giorno, in seguito all’aggravarsi della sue condizioni di salute, era purtroppo deceduta. I suoi familiari si erano rivolti alle onoranze funebri per la sepoltura e avevano prenotato la chiesa per il funerale. Peccato però che l’ospedale nel trasmettere la notizia della morte al Comune di residenza della defunta, sia incappato in un drammatico errore. A rendersi conto che qualcosa non ha funzionato a dovere è stata proprio Carla Piola. Passeggiando, la settimana scorsa, lungo le vie del paese si è trovata davanti al suo manifesto funebre, con tanto di data del funerale e saluti commossi dei parenti. Un duro colpo per l’anziana che, alla vista dell’annuncio, ha rischiato anche un malore. L’88enne è corsa subito a casa dove, ad attenderla, c’erano parenti ed amici arrivati per rivolgere le condoglianze alle figlie. Dopo qualche ora, anche l’agenzia di onoranze funebri incaricate di organizzare il funerale di Carla Paiola nel duomo di Santa Sofia si è accorta che qualcosa non aveva funzionato. I manifesti funebri sbagliati sono stati subito ritirati.   «È UN DOLORE infinito quello che sto provando – dice la signora Luciana Baldo a dieci giorni dalla perdita della mamma –. Non so ancora quando potrò dare l’ultimo saluto a mia madre. Mi auguro che quanto prima possano essere organizzate le esequie e di poter dare l’ultimo saluto alla mamma dopo questa vicenda assurda». Senza parole anche don Vittorio De Stefani, il parroco della chiesa di Santa Sofia di Lendinara: «In 40 anni di sacerdozio non mi è mai successa una cosa simile. Abbiamo dovuto annullare i funerali. È ancora tutto bloccato, la signora morta risulta essere una parrocchiana che invece è viva. Una situazione veramente spiacevole, soprattutto per i familiari. Spero di riuscire a celebrare presto l’ultimo solenne saluto alla nostra parrocchiana. Per ora però non c’è ancora una data».  Reagisce con un sorriso ed un gesto di scaramanzia invece Carla Piola, dichiarata morta per sbaglio: «Quando le mie figlie hanno visto i manifesti sono corse a vedere come stavo – racconta l’anziana –. Ho ricevuto tante telefonate. Qualcuno, quando ha sentito la mia voce, si è spaventato. In paese mi pensavano già morta. Sono fortunatamente in ottima forma. Ho lavorato una vita come operaia in una fabbrica di trasformazione della frutta. Ho tre figlie e l’età non mi spaventa. Martedì festeggio proprio il mio 89esimo compleanno. Mi dispiace per la mia coetanea defunta. Spero possa presto ricevere degna sepoltura». Intanto la burocrazia lavora con i suoi tempi. Se il tribunale di Rovigo ha riportato in vita la signora Piola, più complicata sarebbe la procedura per rilasciare il certificato di morte alla defunta. Che da dieci giorni è senza sepoltura.