Jacopo Fo: "Papà e mamma si fanno gran risate"

Carlo Petrini, fondatore di Slow food: "Dario ha curato quest'ultima regia". E ancora: "Nella sua vita arte e politica sono inscindibili"

Jacopo Fo ricorda il padre Dario in piazza Duomo a Milano (Ansa)

Jacopo Fo ricorda il padre Dario in piazza Duomo a Milano (Ansa)

Milano, 15 ottobre 2016 - Jacopo parla e ricorda il padre Dario Fo e, di fronte a migliaia di ombrelli aperti in piazza Duomo, conclude il suo intervento a pugno chiuso: "Grazie compagni, grazie", ha scandito in ricordo di papà e mamma Franca Rame, che non scinde mai nel ricordo. Prima, li ha tratteggiati come solo un figlio sa fare: "Nonostante quello che hanno fatto loro, non hanno mai piegato la testa", sottolinea Jacopo tra gli applausi. 

E ancora: "In scena c'era la loro vita, non era la semplice capacità istrionica. La gente amava Dario e Franca per questo, non perché erano bravi attori, ma perché hanno visto qualcuno che c'era veramente". "Il consiglio che mi ha dato mio padre - confida Jacopo - è fai quel che vuoi che campi di più. Fai quello che desideri nel senso più alto e mia madre e mio padre hanno fatto questo, sono andati avanti nonostante tutto quello che gli hanno fatto, non hanno piegato la testa e la gente che li ha colpiti ha perso". "Mio padre e mia madre - ha concluso - hanno fatto una vita straordinaria e hanno ricevuto una gran quantità di amore". E con la voce rotta dall'emozione: "Noi siamo comunisti e atei, però mio padre non ha mai smesso di parlare con mia madre e chiederle consiglio. Siamo anche un po' animisti, perché non è possibile morire veramente. Sono sicuro che adesso sono insieme e si fanno delle gran risate".  Poi la dedica musicale: "Stringimi forte i polsi dentro le mani tue, suonata qui, è una canzone che mio padre scrisse per mia madre. E lui ha chiesto proprio che fosse suonata". 

L'ABBRACCIO DEGLI AMICI ARTISTI / FOTO

L'intervento di Carlo Petrini nel corso dei funerali laici di Dario Fo (Ansa)
L'intervento di Carlo Petrini nel corso dei funerali laici di Dario Fo (Ansa)

Il fondatore di Slow Food, intimo amico di Fo, ha cominciato a ricordare il premio Nobel scomparso sottolienando come nella sua vita arte e politica siano state inscindibili. "Molte persone oneste e sincere hanno tenuto a sottolineare la differenza tra artista, genio straordinario e la politica come se le due cose fossero inscindibili - ha detto - credo che sia impossibile e non sia giusto: e ben lo sapevano quei sovversivi dell'accademia svedese che gli assegnarono il Nobel con una sintesi perfetta 'dileggia il potere e restituisce dignità agli oppressi'". E ancora, sottolineando il concetto: "Dobbiamo riaffermare con forza la simbiosi tra la sua arte e il suo impegno politico. Pensare a Dario senza politica è come un buon vino senza uva". 

E ancora, sottolinea Petrini: in questa giornata "é meglio essere generosi che avari. Noi stapperemo le bottiglie, canteremo, balleremo, faremo l'amore, ritroveremo la gioia straordinaria di chiamarci compagni e compagne non solo perché condividiamo il pane, ma anche la gioia, la fraternità e questo nostro amore reciproco, senza cattiverie". Oggi "celebriamo il più grande tra di noi, che aveva la capacità di dileggiare i potenti con uno sberleffo. Allegri bisogna stare perché troppo piangere non rende onore ai nostri amici e perché celebriamo la vita".