Giovedì 18 Aprile 2024

Crotone, ragazzina si taglia le vene. Salvata dai social

Invia le foto choc su Facebook a un amico che avverte i carabinieri. Genitori ignari

Adolescente su Facebook

Adolescente su Facebook

Crotone, 8 ottobre 2016 - QUALCHE tempo fa Federica (nome di fantasia) aveva scritto: «Mi può cadere il mondo addosso, io non mi sposto». E forse il microcosmo di Santa Severina, in provincia di Crotone cominciava a diventare pesante sulle gracili spalle di una sedicenne che inseguiva, come tante coetanee, orizzonti infiniti. L’unico sfogo per evadere erano i social network, gli amici virtuali a cui raccontare amori e sogni e quei piccoli dispiaceri che diventano, nei cuori adolescenti, amarezze rovinose come un uragano.

Federica aveva a lungo elaborato la sua identità con le amiche del posto e del liceo, cercando anche di dare un senso a qualche flirt che già sapeva senza futuro. Perché, scriveva, «certi rapporti non possono essere capiti e neanche vogliamo che lo siano».

Un po’ alla volta il suo piccolo mondo si era accasato, armi e bagagli, su Facebook. Agli ‘amici’ all’altro capo dello schermo raccontava il suo stato d’animo attraverso i testi di qualche canzone di Ligabue. Soprattutto con un ragazzo di Crotone, di qualche anno più grande di lei, il legame virtuale si era fatto più intenso. «Sta cambiando ancora il tempo/ il tempo cambia sempre/ ma cambia poco chi c’è dentro». Aveva scritto un post con l’incipit di ‘C’è sempre una canzone’ del rocker di Correggio prima di condividere, con il suo allibito interlocutore di Fb, l’intenzione di farla finita. Il giovane crotonese aveva pensato a una battuta messa in Rete solo per attirare l’attenzione. E, invece, Federica faceva, maledettamente, sul serio. Tanto che postava alcune immagini choc: i suoi polsi tagliuzzati e sanguinanti.

IL RAGAZZO non ci pensava su un attimo e avvertiva i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Petilia Policastro ai quali riferiva le informazioni sulla ragazza assunte dal suo profilo Fb. I militari si mettevano in contatto con il comandante della stazione di Santa Severina al quale mostravano le foto di Federica. Bastava poco per rintracciare l’abitazione in cui la minorenne vive con i genitori (il paese conta meno di 2.200 abitanti). I carabinieri, alla mamma di Federica, sorpresa dal loro arrivo, chiedevano: «Dove è sua figlia?». La donna, immaginando qualche marachella della figlia, rispondeva: «Cosa ha fatto?» e convocava il marito seduto davanti alla tv. Informati, i genitori li accompagnavano nella stanza della ragazza, riversa in una pozza di sangue, ma per fortuna viva. Portata in ospedale, Federica è fuori pericolo. «Non ci siamo accorti di quello che succedeva nell’altra stanza», si sono giustificati. «Ci ha solo detto che andava a chattare su Fb e si è chiusa la porta alle spalle».

​STAVOLTA l’uso di Fb e Whatsapp e la perizia dei carabinieri nel reperire, in pochi minuti, informazioni sui social hanno salvato la vita alla ragazza. Che, quando tra qualche giorno uscirà dall’ospedale, forse potrà guardare tutto questo come un orribile sogno e intonare con il Liga: «Mi sto facendo un po’ di posto/e che mi aspetto chi lo sa/ che posto vuoto ce n’è stato ce n’è ce ne sarà».