Covid, estate 2022: ecco come sarà

Con Pasqua rimbalzo dei contagi, ma rianimazioni in calo. Sotto l’ombrellone nessuna nuova ondata. Domande e risposte

C’era d’aspettarselo: con l’uovo di Pasqua l’Italia scarta come regalo indesiderato un peggioramento del quadro epidemiologico da Covid-19. Sia sul piano dei contagi (+22,7% in sette giorni), sia sul fronte dei decessi (+20,1% nello stesso periodo), per un totale d’infezioni giornaliere che sfora o si aggira attorno alla soglia dei 70mila. Numeri che si spiegano con l’aumento dei contatti interpersonali per i pranzi e le cene delle feste, ma che non si traducono in un incremento dei ricoveri. Anzi, la situazione negli ospedali è più che gestibile, segno che l’emergenza Covid è ormai alle spalle, il virus endemico e le previsioni per l’estate sono ad oggi più che favorevoli.

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Sommario

Sotto Pasqua il Covid ha rialzato la testa?

La risposta arriva dalla puntuale fotografia scattata dal Gimbe. Nel suo ultimo monitoraggio la fondazione indipendente rivela, con riferimento alla settimana 20-26 aprile rispetto alla precedente, un aumento dei nuovi casi (433.321 contro 353.193) e dei decessi (1.034 su 861). In crescita anche gli attualmente positivi (1.234.976 a fronte di 1.208.279). In dettaglio, negli ultimi sette giorni si registrano le seguenti variazioni: vittime (+20,1%), nuovi casi (+22,7%) e infetti attuali (+2,2%). I dati, però. non stupiscono più di tanto l’infettivologo Massimo Galli. Per l’ex direttore dell’Infettivologia all’ospedale Sacco di Milano, tra i protagonisti indiscussi della risposta al virus durante le prime ondate, "è difficile negare l’effetto Pasqua, con una ripresa più o meno prevedibile della circolazione virale, tra l’altro sottostimata, perché non si fanno più test e le varianti di Omicron sono particolarmente diffusive". Quanto all’andamento dei decessi, Galli resta cauto: "Sono ovviamente legate a infezioni precedenti a Pasqua. Vedremo nelle prossime settimane quale sarà l’evoluzione".

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Qual è la situazione negli ospedali?

Fortunatamente l’incremento dei contagi è compensato dalla situazione stazionaria negli ospedali. O addirittura in miglioramento, considerando le terapie intensive che negli ultimi sette giorni segnano un calo. Sempre prendendo in considerazione i dati raccolti dal Gimbe per la settimana 20-26 aprile in confronto con la precedente, si evidenzia una sostanziale stabilità dei ricoveri nei reparti ordinari (10.328 contro 10.214, +1,1%), mentre si assiste a una leggera flessione dei pazienti in terapia intensiva (409 su 422, -3,1%).

A che estate andiamo incontro?

La domanda sorge spontanea in chi pensa a programmarsi le ferie. Ad agosto in albergo non avremo più da esibire il Green pass, anche nei bar faremo a meno della mascherina, probabilmente. Non potremmo, però, congedarci da Omicron e dalle sue sottovarianti, meno aggressive e più contagiose. Per maggio e oltre il virologo dell’università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco, si dice comunque "ottimista", perché "l’aumento delle temperature e una maggiore attività sociale all’aperto porteranno ad un miglioramento, come accaduto nei due anni passati". Anche la progressiva, pur se lenta, crescita della platea dei vaccinati con dose booster da almeno 4 mesi (84,2%) gioca a nostro vantaggio.

La pandemia è davvero finita?

La realtà è che abbiamo a che fare non più con un’emergenza quanto con un virus endemico. Ad oggi l’insorgere di nuove varianti in autunno resta improbabile, più facile pensare che a tenerci compagnia sarà il ceppo Omicron di per sé più gestibile della famigerata Delta. "Questo si traduce nel fatto che, in caso d’infezione di un adulto vaccinato si infetti, questo se la caverà con sintomi influenzali non gravi, le polmoniti da prima e seconda ondata non si vedono più – spiega Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano –. I fragili, invece, dovranno ricevere la quarta dose ed è bene che stiano in casa così come è stato negli ultimi due anni". Complice l’abbassamento delle temperature e l’insorgere dell’influenza, va da sé che per ottobre saranno da potenziare gli ospedali, "soprattutto va implementato il personale sanitario. A febbraio non mancavano tanti i letti quanto i sostituti dei colleghi in malattia per il virus".