Roma, 11 fennaio 2022 - Al 5 gennaio erano 268 gli under 19 ricoverati in terapia intensiva per Covid. Di questi 68 sono bambini di età inferiore ai 3 anni, 24 rientrano nella fascia 3-5 anni, 59 nella fascia 6-11, 61 nella fascia 12-15 e 76 in quella 16-19. Nelle ultime settimane le ospedalizzazioni dei minori stanno aumentando: in particolare nella settimana che va dal 28 dicembre al 5 gennaio c'è stato una crescita di 600 posti letto (da 9423 a 10.082) occupati da under 19 in area medica (ricoveri ordinari). Nello stesso arco di tempo i casi di Covid totali di soggetti under 19 sono passati dal 1.024.963 del 28 dicembre al 1.182.094 del 5 gennaio (+157.131) mentre le terapie intensive per la stessa categoria sono aumentate di 5 unità (da 263 a 268), le vittime da 35 a 36 (+1). La presidente Sip, Annamaria Staiano, specifica che nella fascia 6-11 anni, "i casi passano per lo stesso periodo da 343.634 a 392.040, i ricoveri da 1605 a 1711, dunque oltre 100 in più in 7 giorni, le intensive da 38 a 39 ed i decessi 9".
Da questi dati, conclude Annamaria Staiano si deduce che non possiamo escludere manifestazioni severe di Covid-19 anche nei bambini e va ribadito che l'unica protezione efficace è il vaccino. Al momento il vaccino è l'unica vera arma che abbiamo a disposizione".
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Eppure i vaccini stentano a decollare nella popolazione dei più piccoli. Nella fascia 5-11 gli immunizzati almeno con la prima dose sono solo il 16,72%, pari a 611mila su 3,5 mln di bimbi per questa platea. "Sono in crescita ma ancora pochi, non abbastanza, e si dovrebbe fare di più per incentivare l'immunizzazione di questa categoria anche puntando ad una comunicazione mirata", commenta Staiano, che sottolinea comunque il forte gap tra le Regioni.
Da uno studio internazionale pubblicato su Jama NetworkOpen emerge che dei bambini e ragazzi ricoverati il 14% sviluppa forme gravi di Covid e ha bisogno della terapia intensiva. Jama NetworkOpen ha analizzato i dati di 3.222 bambini e ragazzi che tra marzo 2020 e giugno 2021 hanno ricevuto una diagnosi di Covid dopo una visita in pronto soccorso. Un campione, quindi, che non riflette la popolazione generale: "I nostri risultati - precisano i iricercatori - sovrastimano il rischio di esiti gravi tra i giovani positivi alla SARS-CoV-2 e non dovrebbero essere interpretati per riflettere il rischio affrontato dai casi basati sulla comunità". Tra i bambini positivi, la grande maggioranza (il 78,8%) non ha avuto bisogno del ricovero, tuttavia una parte di essi (il (12.7%) era costretta a tornare in ospedale nelle due settimane successive, soprattutto perché la febbre e la tosse non passavano. Tra questi, 1 su 6 necessitava del ricovero e circa 1 su 25 andava incontro ad una forma grave. Tra i bambini e ragazzi ricoverati, il 13,3% è stato ricoverato direttamente in terapia intensiva, mentre nel corso del ricovero, complessivamente, il 13,9% ha sviluppato una forma grave di Covid-19. Quattro (lo 0,6% dei ricoverati) sono morti.
Lo studio ha indagato anche i fattori che predispongono a un maggiore rischio di Covid grave: in primis la presenza di malattie croniche preesistenti (aumentano di 2,34 volte il rischio), precedenti episodi di polmonite (aumentano il rischio di 3,15 volte) e il ritardo con cui ci si rivolge a pronto soccorso (chi si rivolge dopo 3-7 giorni dall'insorgenza dei sintomi ha un rischio di 2,22 volte più alto rispetto a chi lo fa prima dei 3 giorni).
Sopra i 10 anni, secondo la ricerca, cresce il rischio di ammalarsi con forme severe.