Corea del Nord, il Papa: "Guerra nucleare? Fermiamoci"

Francesco sul volo di ritorno dall'Egitto: "Usare la diplomazia". E sul caso Regeni: "Il Vaticano si è mosso"

Papa Francesco sul volo di ritorno dall'Egitto (Ansa)

Papa Francesco sul volo di ritorno dall'Egitto (Ansa)

Citta del Vaticano, 29 aprile 2017 - Papa Francesco è tornato a invocare con forza una responsabilità comune per la pace, senza dimenticare i migranti e l'insorgere dei populismi. Sull'aereo che lo ha riportato in Italia, dopo la visita di due giorni in Egitto, il pontefice però ha ricordato anche il caso di Giulio Regeni. "Sono preoccupato: dalla Santa Sede mi sono mosso su questo tema, perché anche i genitori me lo hanno chiesto", ha spiegato rispondendo alla domanda dei giornalisti se della vicenda avesse parlato col presidente Al-Sisi. "La Santa Sede si è mossa - ha aggiunto -, non dirò come e dove, ma ci siamo mossi". Del colloquio con Al-Sisi dice invece che "era privato, e per rispetto si deve mantenere la riservatezza". 

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"GUERRA ATOMICA? FERMIAMOCI" - Francesco poi ha ricordato come chiama e chiamerà i leader che hanno responsabilità in tema di possibili conflitti "a un lavoro per risolvere i problemi sulla strada della diplomazia". E a proposito delle attuali minacce di guerra nucleare riguardanti la Corea del Nord, ha esortato: "Fermiamoci, cerchiamo una soluzione diplomatica - ha aggiunto - E penso che le Nazioni Unite abbiano il dovere di riprendere una leadership, che si è annacquata". "A proposito di questa guerra mondiale a pezzi, di cui parlo da due anni - ha proseguito -, i pezzi si sono allargati, e si sono concentrati, e sono caldi. I missili della Corea del Nord, da un anno lungo ci sono, ma adesso sembra che la cosa si è riscaldata troppo". "Io chiamo sempre a risolvere il problema sulla strada diplomatica, con il negoziato - ha detto ancora  -, perché si tratta del futuro dell'umanità. Oggi una guerra allargata distrugge non dico metà, ma buona parte dell'umanità. E della cultura. Sarebbe terribile. Credo che oggi l'umanità non sarebbe capace di sopportarlo". 

RISCHIO POPULISMI - "E' vero che l'Europa è in pericolo di sciogliersi. L'ho detto soavemente a Strasburgo e poi sempre più esplicitamente nelle altre occasioni", ha detto ancora il Papa in merito ai populismi dilaganti in Europa e alle elezioni francesi. "Dobbiamo meditare su questo. Il problema che spaventa di più l'Europa è forse l'immigrazione. Non dimentichiamo che l'Europa è stata fatta da secoli e secoli di migranti. E' un problema che si deve studiare bene rispettando le opinioni. Serve una grande politica", ha proseguito. "Ogni Paese è libero di fare scelte che crede convenienti davanti a questo rischio di far finire l'Unione", ha aggiunto per chiamarsi fuori da giudizi su la Marine Le Pen ed Emmanuel Macron

TRUMP - Nessuna chiusura o preclusione, poi, nei confronti di Donald Trump. "Io non sono stato ancora informato dalla Segreteria di Stato che sia stata fatta una richiesta, ma io ricevo ogni capo di Stato che chiede udienza", ha spiegato circa l'eventuale possibilità di un incontro con il presidente americano.

"CAMPI PROFUGHI COME LAGER" - Il Pontefice è tornato anche su un altro tema a lui caro: i profughi. "Non è stato un 'lapsus linguae'. Ci sono campi di rifugiati che sono veri campi di concentramento. Qualcuno forse in Italia", che pure "insieme alla Grecia" è il Paese europeo "più generoso", ha dichiarato. "In Germania no", ha aggiunto ma ha voluto rimarcare che essere rinchiusi "senza avere la possibilità d'uscire" non può essere definito in altri termini che " lager". 

VENEZUELA, RUSSIA E RIMPIANTI - Papa Francesco ha anche spiegato che "tutto quello che si può fare per il Venezuela, Paese che io amo molto, si deve fare. E lo faremo". Mentre guarda con speranza al dialogo con il Patriarcato Russo e con rispetto al ruolo di Putin nello scacchiere del Medio Oriente. "Io so che lo Stato Russo parla di questo, della difesa dei cristiani - ha detto ancora -. E' una cosa buona, oggi è l'epoca in cui ci sono più martiri". Infine anche spazio per un piccolo rimpianto. "Due miei assistenti, questa mattina alle sei, sono andati a vedere le Piramidi", ha raccontato. E a lei sarebbe piaciuto? "Sì, mi sarebbe piaciuto".