Giovedì 18 Aprile 2024

Cannabis light, il Consiglio superiore di sanità: no alla vendita

Bocciatura secca: "Non può essere esclusa la pericolosità". Il parere del Css invita allo stop di quei prodotti venduti nei cosiddetti 'canapa shop' diffusisi rapidamente in tutta Italia

Canapa essiccata e trattata alla Fiera Internazionale dedicato alla canapa (Ansa)

Canapa essiccata e trattata alla Fiera Internazionale dedicato alla canapa (Ansa)

Roma, 21 giugno 2018 - Stop alla vendita di prodotti a base di cannabis 'light' perché "non può essere esclusa la pericolosità". A dirlo è il Consiglio superiore di Sanità (Css) in un parere richiesto dal ministero della Salute in riferimento ai "prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa" (cioè con principio attivo Thc inferiore ai limiti di legge) e venduti nei cosiddetti 'canapa shop' diffusisi rapidamente in tutta Italia negli ultimi mesi. 

Secondo il Css, infatti, il limite di Thc previsto dalla legge (0,2-0,6%) "non è trascurabile" e gli effetti psicotropi possono comunque prodursi, magari aumentando le dosi. Peraltro con un consumo "al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che possa produrre". 

Per il Css inoltre non è stato valutato "il rischio connesso al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni (età, presenza di patologie concomitanti, stato di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, etc..) così da evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come 'sicura' e 'priva di effetti collaterali' si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, guida in stato di alterazione)". 

I prodotti a base di cannabis, nel rispetto del tetto fissato per la dose di Thc contenuta, si possono vendere in Italia, in base alla legge 242 del 2016, entrata in vigore il 14 gennaio 2017. Da allora sono sbocciati come funghi i negozi 'green' in tutta Italia, con un giro d'affari in forte crescita. La legge contiene 'Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa', non è dunque prevista la coltivazione per farne "spinelli" ma "alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori".

Altra cosa naturalmente è la cannabis a uso terapeutico: in Italia viene prodotta dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze in applicazione dell'accordo di collaborazione tra il Ministro della salute e il Ministro della difesa firmato il 18 settembre 2014. La distribuzione è destinata alle farmacie per l'allestimento di preparazioni magistrali a base di cannabis FM-2 dietro presentazione di prescrizione medica non ripetibile.

COLDIRETTI - Secondo la Coldiretti in Italia nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018 nelle campagne, e per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc) si stima un giro d'affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro. Ora, sottolinea Coldiretti, "occorre fare chiarezza per tutelare i cittadini e le centinaia di aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa in tutta Italia".