Venerdì 19 Aprile 2024

Riesplode la guerra di camorra. Spari tra la gente, sei morti in 48 ore

Napoli, l’appello del sindaco al Viminale: mandate più poliziotti

Duplice omicidio a Napoli (Ansa)

Duplice omicidio a Napoli (Ansa)

Napoli, 28 maggio 2017 - SEI MORTI nelle ultime 48 ore, tre in 10 ore. È una nuova guerra di camorra quella riesplosa nel Napoletano. Una faida che fa risuonare l’eco delle armi dopo un periodo di silenzio e che induce il sindaco della città Luigi de Magistris a lanciare un sos al Viminale. Una scia di sangue che si racconta con la ferocia dei sicari che sparano in pieno giorno, tra la gente dei popolosi quartieri.   È IL CASO dell’esecuzione che vede cadere zio e nipote, entrambi con lo stesso nome e cognome, Carlo Nappello, in vico Vincenzo Valente, a Miano, periferia nord di Napoli. Una spedizione di morte, venti colpi sparati all’impazzata con pistole semiautomatiche da due sicari. Le vittime, 46 e 23 anni, considerate vicine al clan Lo Russo, viaggiavano su uno scooter quando sono state intercettate in pieno pomeriggio e non hanno avuto scampo. È solo l’ultimo agguato di stampo camorristico in città. Dieci ore prima, alle cinque del mattino, nel pub ‘La zingara’ sulla centralissima Riviera di Chiaia, piena di ragazzi che tirano l’alba, un sicario nascosto da un passamontagna, entra e spara al 29enne Carmine Picale di San Giorgio a Cremano. Una decina di colpi mortali al petto e al braccio. La vittima aveva precedenti per armi e ricettazione, con un divieto di dimora in città: non avrebbe neppure dovuto stare a Napoli. Giornata di sangue anche quella di venerdì, con altri tre morti di camorra. I primi due a Giugliano, città a nord di Napoli, ma la spedizione di morte parte dal Rione Sanità di Napoli.

L’obiettivo è Vincenzo Staterini, 51 anni, parente di uno dei boss del clan Vastarella. Nell’agguato muore anche il figlio Emanuele, 30 anni. Sembra che i due stessero organizzando una propria piazza di spaccio a Giugliano, ma questo avrebbe irritato i capi del clan Misso che da tempo sta attuando una sistematica ‘pulizia etnica’ dei Vastarella, iniziata ad aprile 2016 quando fecero fuori in un circolo privato alla Sanità Giuseppe Vastarella e ferirono i suoi due fratelli, Dario e Antonio. Ancora lotta di camorra dietro l’esecuzione in auto di Salvatore Caputo, 72 anni, stagionato affiliato del clan Moccia, sacrificato nel braccio di ferro con i Barbato di Afragola. Una mattanza che fa alzare il livello di allarme in città dopo che per mesi la pax criminale faceva pensare a un equilibrio tra le famiglie che si dividono il territorio e i milionari incassi dello spaccio. Ora le nuove leve, soprattutto le paranze dei giovanissimi, cercano di scalzare con le pistole quello che resta dei vecchi clan, falcidiati da arresti e uccisioni. «Le armi non le possono andare a prendere sindaci o parroci, ma le forze dell’ordine e la magistratura che qui a Napoli lavorano bene e con sacrifici. Il problema è che non c’è stato quel rafforzamento qualitativo e quantitativo di energie per cui il governo si era impegnato», urla de Magistris.