Giovedì 18 Aprile 2024

Brexit, Gb: "Nessun visto per viaggiatori Ue"

No a controlli anche tra Repubblica irlandese e l’Irlanda del Nord

Theresa May (Lapresse)

Theresa May (Lapresse)

Londra, 17 agosto 2017 - Turisti e viaggiatori in direzione Regno Unito possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per ora. Non sarà introdotto, dopo la Brexit, l'obbligo di un visto per i cittadini Ue che decideranno di trascorrere una vacanza in Gran Bretagna o Irlanda del Nord. È la linea proposta dal governo britannico secondo quanto riporta la Bbc. 

Dovranno invece richiedere un permesso quanti vogliono lavorare, studiare o trasferirsi nel Paese. La posizione di Londra è inevitabilmente destinata a suscitare le critiche di chi afferma che in questo modo è impossibile controllare in modo sicuro l'immigrazione in Gran Bretagna. Fra i maggiori detrattori c'è l'ex leader dell'Ukip, Nigel Farage, secondo cui ancora una volta ci si "inchina" al volere di Bruxelles. Non la pensa così invece il deputato conservatore, fortemente euroscettico, Andrew Bridgen, secondo cui non avrebbe senso imporre un visto ai viaggiatori europei. "Le stesse restrizioni varrebbero poi per i britannici che visitano il continente - ha detto - vi sembra possibile avere un sistema di visti per fare un fine settimana a Parigi?"

Il nuovo sistema di immigrazione per i cittadini Ue prevede un periodo di transizione dopo che il Regno Unito uscirà ufficialmente dall'Ue nel marzo 2019. Inizialmente infatti, quanti si recheranno in Gran Bretagna per lavorare dovranno semplicemente registrarsi presso l'Home Office senza incorrere in forme di restrizioni. 

LAVORATORI IN AUMENTO - Nonostante la Brexit, è record di lavoratori europei nel Regno Unito. Secondo i dati che riporta il Financial Times, hanno raggiunto i 2,37 milioni dopo un aumento di 126 mila nel periodo aprile-giugno 2017 rispetto all'anno scorso. Stando al giornale della City, il numero è salito soprattutto per i lavoratori in arrivo da Romania e Bulgaria ma il tasso di crescita inizia a dare segni di rallentamento rispetto al passato. In particolare per chi arriva dai 14 Paesi che sono da più tempo membri dell'Ue, come Germania, Italia, Spagna e Francia.

IN IRLANDA - Ieri il governo di Londra ha fatto sapere che il Regno Unito non ha in programma di introdurre nuovi controlli fra l'Irlanda e l'Irlanda del Nord dopo la Brexit. L'esecutivo britannico si è detto fiducioso del fatto che i controlli sul mercato del lavoro permetteranno di controllare l'immigrazione. In una dichiarazione che accompagna la pubblicazione della posizione negoziale del Regno Unito sulla Brexit, il governo della City afferma che intende mantenere anche dopo il divorzio dall'Ue la 'Common Travel Area' (Cta), cioè l'accordo che permette la libertà di movimento fra Regno Unito e Irlanda per i cittadini britannici e irlandesi, e intende evitare di avere postazioni di controllo di frontiera lungo quella che sarà per il Regno Unito l'unico confine di terra con l'Ue. "Questo significa che non ci saranno controlli di passaporto per i cittadini di Regno Unito e Irlanda che viaggiano nella Cta e nessun nuovo controllo sull'immigrazione fra Irlanda del Nord e Irlanda", si legge nella dichiarazione.