Blue Whale, i consigli della neuropsichiatra infantile

"Sui figli controlli soft e costanti" IL COMMENTO / Blue Whale, la morte idealizzata

Il 'tatuaggio' della Blue Whale

Il 'tatuaggio' della Blue Whale

A fare il punto sulle condizioni della ragazzina che ha partecipato al gioco Blue Whale è la dottoressa Nelia Zamponi, dirigente del reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico ‘Salesi’ di Ancona.

Come mai ad Ancona? «Per competenza, essendo questo un reparto che accoglie le patologie psichiatriche».

Allora si tratta del caso della «Balena Blu» «È stata condotta in ospedale per ‘riferita partecipazione al gioco’. In sostanza è stata lei a dirlo».

È arrivata in ospedale accompagnata dai genitori. «Indubbiamente la partecipazione a questo gioco ha creato un allarme, poiché era vicina a uno di questi step finali. Una volta al pronto soccorso è stata seguita dal pediatra e dallo psichiatra di Pescara dopodiché è avvenuto il trasferimento ad Ancona».

Un allarme che sarebbe stato lanciato dalle amiche. «Le amiche magari avranno parlato tra di loro e quindi c’è stato un allarme, creato rispetto alla pratica di questo gioco pericoloso».

Amiche che sono state fondamentali. «Un bel gesto di solidarietà che ha permesso di prevenire qualcosa di tragico, ammesso che le cose fossero andate avanti».

Fondamentale anche l’intervento dei genitori. «Ovviamente. Senza pensarci troppo, si sono rivolti ai medici».

La ragazzina adesso è in compagnia di qualcuno? «A starle accanto è la mamma».

Come si fa a capire se il proprio figlio finisce in queste trappole? «Da un cambio di comportamenti. Il ritmo sonno-veglia, oppure se si trascorre la notte davanti a internet o, ancora, reazioni comportamentali anomale».

Un compito non facile. «È importante mettere dei filtri, limitare gli accessi ad internet. I genitori arrivano dove possono arrivare, anche quelli più attenti. Il gioco della trasgressione, della sperimentazione e del rischio fanno parte dell’adolescenza, della spinta a crescere e a sganciarsi».

Inoltre, «Balena blu» è un nome che non incute paura. «Non avrei pensato mai a una distorsione tale. Un nome che ricorda più qualcosa sul tipo del ‘solitario’. Internet è una tale marea di informazioni, applicazioni e siti che portano i genitori a stare perennemente all’erta. Se esercitano un controllo troppo stretto però finiscono per produrre l’effetto contrario, poiché l’adolescente appena si sente controllato tende a fare peggio».

Un consiglio? «Un controllo soft e costante».