Sabato 20 Aprile 2024

Bambini vivaci, malati immaginari. "Attenti alla deriva psicofarmaci"

L’allarme del pedagogista: patologie inesistenti, sono solo vivaci

Ragazzini col cellulare

Ragazzini col cellulare

UNA VOLTA si chiamavano bambini discoli, zucconi o svogliati. I monelli di oggi si ritiene invece che soffrano di dislessia, disgrafia, autismo, di sindromi opposito-provocatorie etc... Tutto ciò che fa parte dell’essere bambini, insomma – con i capricci, le ribellioni e le altre naturali sconnessioni dovute all’immaturità –, tende a essere sempre più considerato come una neuropatologia. Il ricorso allo psichiatra è, quindi, immediato e massiccio. Una deriva gravissima secondo il celebre pedagogista Daniele Novara che, nel suo ultimo libro, Non è colpa dei bambini, denuncia un paradosso. "I bambini di oggi nascono molto più sani rispetto a 30 anni fa – spiega Novara – ma la famiglia e la scuola, avendo perso completamente la capacità di educare, attribuiscono la colpa dei comportamenti sbagliati dei bambini ai bambini stessi, facendoli diventare dei pazienti psichiatrici".

La lobby dei neuropsichiatri infantili, secondo Novara, è molto potente e il passo verso la somministrazione di psicofarmaci anche ai più piccoli sarà brevissimo. Stiamo sostituendo l’educazione con le medicine? "Sono almeno 20-30 anni – continua l’autore – che si è perso del tutto un modo di educare ben organizzato, improntato alle regole e all’autorevolezza dei genitori i quali si sono voluti mettere – credendo di far bene – sullo stesso piano dei bambini. Nella nostra cultura, si sono instaurati alcuni cliché secondo i quali i buoni genitori sono quelli che si confidano con i figli, che giocano con loro, magari fino a tardi, che li fanno dormire nel lettone fino all’età preadolescenziale, che li baciano sulle labbra, o che cedono su tutto. Questo, oltre a confondere i bambini, fa perdere autorità e autorevolezza ai genitori". Secondo Novara si è, inoltre, persa quella necessaria distanza tra genitori e figli che consente al bambino di diventare autonomo e di relazionarsi con il mondo esterno in modo sano ed equilibrato.

La scuola degli ultimi anni sembra andare proprio nella direzione peggiore, venendo incontro ai desideri più immediati dei ragazzi e rendendoli sempre meno autonomi. Basti pensare alle recenti polemiche sollevate dall’utilizzo degli smartphone e dei tablet in classe, consentito dal ministro Fedeli, e alle sue recenti dichiarazioni circa l’obbligatorietà di accompagnare a scuola persino ragazzi di 14 anni. "Può essere scomodo dirlo – continua Novara – ma questa tendenza iperprotettiva si deve anche a un eccesso di personale femminile nella scuola che ha creato uno squilibrio. Non per nulla, in Francia parlano, adesso, di inserire delle quote blu fra i docenti. Non sono certo un nostalgico del padre-padrone o di modelli educativi superati, ma è necessario ristabilire una giusta temperatura. I bambini hanno assoluto bisogno di regole (persino di ‘ritualità’) per sentirsi sicuri e, di conseguenza, per essere tranquilli. I genitori di oggi urlano troppo: gridare serve a poco, come già scrivevo nei miei libri. Un buon sistema per far capire ai figli che stanno andando oltre il consentito è, per il genitore, semmai quello di rinchiudersi in un breve periodo di silenzio". Novara ritiene che il calo demografico del nostro Paese sia anche da porsi, probabilmente, in relazione con l’insostenibilità per i genitori di educare secondo tali modelli sbagliati: un’impresa titanica che scoraggerebbe chiunque.