Giovedì 18 Aprile 2024

Autovelox, mai più imboscate. Multe nulle se non segnalati

In vigore le nuove regole: stop ai comuni che vogliono fare cassa

Un autovelox della polizia stradale (ImagoE)

Un autovelox della polizia stradale (ImagoE)

Bologna, 11 agosto 2017 - Mai più imboscate con gli autovelox. A dirlo, stavolta, anzi a scriverlo, non è un’associazione di consumatori ma addirittura il ministro dell’Interno, Marco Minniti. Nulle, d’ora in poi, le multe elevate con strumenti nascosti o non verificati a dovere. «Gli organi di polizia stradale che utilizzano i dispositivi e i sistemi di controllo della velocità – c’è scritto nella circolare del 7 agosto firmata da Roberto Sgalla, direttore della Stradale – devono assicurarsi che la postazione sia efficacemente segnalata e resa visibile, nonché collocata a un’adeguata distanza, sia dal segnale che indica l’attività di accertamento, sia dal segnale riportante il limite massimo di velocità».

Non solo. È obbligatorio – come stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale nell’ormai lontano 18 giugno 2015 – che gli strumenti siano tarati e costantemente verificati, per «valutare le capacità del singolo dispositivo o sistema di formire indicazioni attendibili». Proprio questa carenza è stata la leva che ha permesso a migliaia di automobilisti sprint di vincere cause in tutta Italia con un semplice ricorso al giudice di pace.

«La circolare – è soddisfatto Rocco Palese, medico pugliese, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Bilancio – definisce le regole e lo spirito di questi strumenti. Oggi tanti Comuni e Province fanno le imboscate, non usano il 50% di quel che incassano dalle multe per aumentare la sicurezza stradale come dovrebbero e si limitano a fare cassa. Autovelox e tutor sulle autostrade, ben evidenziati, hanno provocato un crollo degli incidenti, sono giustamente un fortissimo deterrente per diminuire la velocità, questo è lo spirito giusto. Non siamo contro, contestiamo il loro cattivo utilizzo. Tutor e velox devono essere ben evidenti, così chi è alla guida può rallentare, quello dev’essere l’obiettivo. Basta con le imboscate dopo le curve e dietro le siepi. E anche per i controlli occasionali, gli agenti devono posizionare cartelli e segnalazioni». 

Ma d'ora in poi cosa dovremo aspettarci? Un’ondata di ricorsi? Gli strumenti fuorilegge dovranno essere smontati? Calma: chi gestisce gli impianti – chiariscono dalla Stradale – ha un anno di tempo per mettersi in regola con le verifiche. «Il mio Comune, Lecce, ha 12 milioni di euro di entrate, ma scherziamo? – s’infervora Palese –. Gli strumenti non in regola dovrebbero essere disattivati. Sono fuorilegge. Vale anche per la taratura e le verifiche periodiche, obbligatorie». Poi mette l’evidenziatore sullo ‘snodo’, come lo definisce: «Grazie alla circolare Minniti non devo più andare dal giudice di pace, trovarmi un avvocato per difendermi e spendere soldi. Basta che mi rivolga al prefetto, sarà lui a dover verificare se sono state osservate le nuove regole. E se i Comuni non ottemperano, sono responsabili e quindi perseguibili i dirigenti. Vale anche per le forze dell’ordine: se disattenderanno le disposizioni ministeriali, commetteranno abuso d’ufficio e i verbali potranno essere annullati. Se sono mai stato multato? No, grazie a Dio. Aspetto solo un’imboscata per fare una denuncia-querela che non finisce più».