Torino, Appendino indagata per falso in atto pubblico. "Pronta a collaborare"

La sindaca si è presentata davanti ai giudici: "Sono serena, ho chiarito". L'ipotesi di reato riguarda il bilancio 2016 e il debito 'fantasma' del Comune verso la Ream. Di Maio: "M5S sotto attacco"

La sindaca di Torino Chiara Appendino  (Ansa)

La sindaca di Torino Chiara Appendino (Ansa)

Torino, 17 ottobre 2017 - La sindaca di Torino Chiara Appendino è indagata per falso ideologico in atto pubblico in relazione al bilancio 2016. L'inchiesta - aperta nei mesi scorsi  dopo un esposto dei capigruppo di opposizione Alberto Morano (lista Morano) e Stefano Lo Russo (Pd) - fa riferimento all'area ex Westinghouse e verte su un debito 'fantasma' di 5 milioni di euro verso Ream che sarebbe scomparso dai conti del Comune.

E' la stessa Appendino a comunicare di aver ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Torino. "Sono assolutamente serena e pronta a collaborare con la magistratura - commenta il primo cittadino - certa di aver sempre perseguito con il massimo rigore l'interesse della Città e dei torinesi". La Appendino ha chiesto di "essere ascoltata il prima possibile al fine di chiarire tutti gli aspetti di una vicenda complessa relativa all'individuazione dell'esercizio di bilancio al quale imputare un debito che questa amministrazione mai ha voluto nascondere". Nell'inchiesta, coordinata dal pm Marco Gianoglio, risultano indagati anche l'assessore al Bilancio Sergio Rolando e il capo di Gabinetto Paolo Giordana.

L'INTERROGATORIO - Nel pomeriggio la sindaca si è presentata a palazzo di Giustizia, e uscendo - intorno alle 20.30 -  ha dichiarato: "Ho chiarito quello che c'era da chiarire. È stata una chiacchierata corretta in cui ho esposto i fatti alla luce di come abbiamo lavorato al bilancio. Sono serena". E ancora: "Non entro nel merito di che cosa ci siamo detti, perché c'è una indagine in corso. Abbiamo agito nell'interesse dei torinesi e ho piena fiducia nella magistratura". Appendino era accompagnata dall'assessore al Bilancio, Sergio Rolando, e dal Capo di Gabinetto, Paolo Giordana, anche loro indagati nella stessa inchiesta. Secondo quanto appreso, l'interrogatorio ha però riguardato soltanto la prima cittadina.

L'AVVOCATO - "Siamo convinti che sia stato tutto regolare. Le norme sulla redazione dei bilanci sono state rispettate. Confidiamo di poterlo dimostrare al più più presto", afferma l'avvocato Luigi Chiappero, il legale della sindaca Chiara Appendino.

LA LETTERA -  E spunta una lettera, ora al vaglio dei pm, inviata da Chiara Appendino il 30 novembre 2016 a vari interlocutori, fra cui l'assessore al Bilancio Sergio Rolando e il direttore finanze Anna Tornoni, che pochi giorni prima aveva fatto presente l'esistenza del debito. "Allo stato, stante le trattative in corso su varie partite aperte con la Città - scrive la sindaca - non è prevista la restituzione dei 5 mln di euro anticipati da Ream nel 2012".

Il 6 dicembre successivo, il presidente di Ream, Giovanni Quaglia, che è anche presidente della Fondazione Crt, scrisse alla sindaca che "a seguito a quanto informalmente comunicato circa le decisioni recentemente assunte dall'amministrazione", la società ribadiva la richiesta di restituzione della somma. Nella delibera di variazione del bilancio, siglata due settimane dopo, il debito non comparve.

DI MAIO CONTRATTACCA - Replica lampo del leader di M5S Luigi di Maio, con parole di fuoco sul blog di Grillo - contrassegnato dall'hashtag #ioCiMettoLaFaccia - e video su Facebook. Tra l'altro Di Maio commenta: "È raccapricciante. Quando Chiara Appendino ha denunciato Fassino per i debiti lasciati, erano distratti da altro. Di Sala indagato nessun italiano ne ha sentito parlare. Oggi tutti con i titoloni a nove colonne, solo per una denuncia del Pd. Riuscite a vedere cosa stanno combinando? Bene. E' ora di sottrarsi a questo gioco. La verità non esiste più, la notiziabilità non esiste più, l'informazione non esiste più. Qui esiste solo un imperativo categorico a cui i media obbediscono: dagli addosso al MoVimento 5 Stelle". 

LA VICENDA - Nel 2012, Ream, partecipata della Fondazione Crt, aveva acquisito il diritto di prelazione sull'area ex Westinghouse, zona dove sorgerà il nuovo centro congressi di Torino, versando una caparra di 5 milioni. Ma il progetto se la aggiudicò il gruppo Amteco- Maiora per 19,7 milioni. La somma versata da Ream non è stata però mai restituita, né iscritta a bilancio ma considerata come un debito fuori bilancio. Una scelta contestata dalle opposizioni in Consiglio comunale. 

L'inchiesta ha preso in esame la delibera, approvata il 16 dicembre dal Consiglio comunale con il solo voto favorevole del Movimento 5 Stelle, che dava il via libera a una variazione del bilancio di previsione finanziario 2016-18. Nel documento il debito da 5 milioni non figurava. Secondo gli autori delle denunce, però, almeno dieci giorni prima Ream aveva fatto presente alla Città di Torino, con una lettera indirizzata formalmente alla sindaca Appendino, che intendeva rinnovare, come già aveva fatto nel 2014 e nel 2015, la richiesta di restituzione della somma.