Martedì 23 Aprile 2024

Anna Frank, Daspo per 13 tifosi biancocelesti. Lazio: "Razzismo alla rovescia"

Il questore di Roma ha firmato 11 provvedimenti saranno per 5 anni, più uno per 5 e uno per 8 con obbligo di firma. Diaconale commenta: "Spaventa la determinazione di dare la colpa collettiva dell'intero popolo laziale"

Lotito in sinagoga (Ansa)

Lotito in sinagoga (Ansa)

Roma, 27 ottobre 2017  - Primi provvedimenti per il caso degli adesivi antisemiti lasciati dai tifosi della Lazio in Curva Sud all'Olimpico. Il questore di Roma Guido Marino ha firmato i primi 13 provvedimenti di Daspo: 11 provvedimenti saranno per 5 anni, uno di 5 anni con l'obbligo di firma, in quanto a carico di una persona che aveva già scontato un precedente Daspo, ed uno per 8 anni con obbligo di firma, in quanto riferito a un 46enne ultrà laziale che, già in passato aveva scontato 3 distinti periodi di Daspo. 

Sei dei destinatari dei provvedimenti fanno parte del gruppo ultrà degli Irriducibili. Gli altri provvedimenti di 5 anni sono a carico di persone senza precedenti penali e di età tra i 17 ed i 30 anni. Al momento sono 20 i laziali identificati per gli adesivi con l'immagine di Anna Frank con la casacca della Roma, per 13 quindi l'informativa di reato, "per aver commesso atti di discriminazione razziale mediante l'affissione di materiale antisemita, offensivo per il contenuto ed in grado di incitare all'odio razziale".

DIACONALE: RAZZISMO ALLA ROVESCIA - Il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, prende la parola sul sito del club e attacca il clima che si è creato negli ultimi giorni:   "Come si può chiamare un fenomeno del genere fondato su un evidente pregiudizio se non razzismo alla rovescia?. La Lazio ha subito condannato la vicenda. E con il presidente Claudio Lotito ha manifestato solidarietà nei confronti della Comunità ebraica ed ha annunciato una serie di iniziative concrete tese ad isolare i tifosi estremisti. Ma questa reazione non è riuscita a modificare la convinzione di alcuni secondo cui l'episodio non è ascrivibile all'ignoranza storica di pochi irresponsabili, ma all'intera tifoseria laziale bollata nel suo insieme come antisemita, razzista e violenta. A colpirmi è stata la follia degli autori della riprovevole goliardata. Ma a spaventarmi è stata la determinazione e l'intransigenza con cui si è sentenziato senza possibilità di appello non la responsabilità dei singoli scellerati, ma la colpa collettiva dell'intero popolo laziale. Non si è trattato di una legittima e sacrosanta condanna di un episodio di antisemitismo e di razzismo. E' stata una vera e propria ventata di maccartismo politicamente corretto che ha teorizzato la colpa collettiva dell'intera comunità dei tifosi della Lazio, senza distinzioni e differenze di alcun genere". Diaconale contuinua: "Questo razzismo alla rovescia inocula dosi di tensione e di intolleranza estremamente pericolosi nella società italiana. Perché dà un ruolo ai pochi irresponsabili delle curve e mortifica chi vuole manifestare la propria passione sportiva per la squadra del cuore senza farsi coinvolgere in una colpa collettiva in cui non è assolutamente responsabile".

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