Giovedì 18 Aprile 2024

Malore Gentiloni, cos'è l'angioplastica e quando serve

Diffuso il bollettino medico. "Ottimo decorso post operatorio"

Gentiloni e Hollande (ImagoE)

Gentiloni e Hollande (ImagoE)

Roma, 11 gennaio 2017 - Paolo Gentiloni ricoverato per un lieve malore all'ospedale Gemelli di Roma. Il premier è stato sottoposto ad "angioplastica" per l'ostruzione di un vaso periferico, una piccola operazione "perfettamente" riuscita. "Sta meglio", ma dovrà "restare per qualche giorno in ospedale". 

ANGIOPLASTICA - In ambito medico, l'angioplastica è una procedura utilizzata per dilatare un restringimento del lume (stenosi) di un vaso sanguigno che, nella maggior parte dei casi, è dovuto alla presenza di una placca. Si tratta di un intervento poco invasivo che dura circa 30-40 minuti. Per incrementare il flusso del sangue, alterato dall'occlusione, il vaso viene dilatato tramite uno speciale catetere a palloncino che viene inserito, portato fino al punto dove si trova la stenosi e quindi gonfiato in corrispondenza del restringimento,così da ripristinare il normale diametro. In loco viene rilasciato uno stent, rete metallica che mantiene facilmente accessibile il volume del vaso. L'angioplastica più conosciuta è quella coronarica, utilizzata per dilatare le arterie che portano sangue al cuore.

Nel caso di Gentiloni, inizialmente sembrava si trattasse di angioplastica periferica, ovvero che si fosse in presenza di un'alterazione di tipo occlusivo in vasi che possono essere cardiaci o degli arti, superiori o inferiori (questi ultimi sono i più frequenti). Nel bollettino medico diffuso nel pomeriggio, invece, si parla di "ostruzione di un ramo coronarico distale" che ha reso necessario l'impianto di uno stent. Come riferito dal governo e dallo stesso bollettino, l'intervento - effettuato in anestesia locale - è riuscito "con pieno successo" e il decorso post-operatorio "è ottimo". 

STORIA  - L'angioplastica è una procedura nata ormai 40 anni fa e ancora oggi molto diffusa nella terapia delle coronopatie, come l'infarto. A mettere a punto questa tecnica, nel 1976, tale Dott. Gruentzig. Il medico ebbe l'idea di inserire un palloncino sgonfio all’interno di una coronaria occlusa da una placca. Quindo lo gonfiò progressivamente, allargando il vaso fino a permettere di nuovo un normale flusso di sangue verso il cuore.