Mercoledì 24 Aprile 2024

Amatrice, il sindaco: "Restauri flop? Non c'erano i soldi"

Il primo cittadino Sergio Pirozzi fa muro contro i sospetti: "Ho salvato vite, se è colpa di ingegneri e geometri, pagheranno"

Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, ai funerali delle vittime del sisma (Ansa)

Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, ai funerali delle vittime del sisma (Ansa)

Amatrice (Rieti), 31 agosto 2016 - SINDACO Sergio Pirozzi (Ansa), è preoccupato per l’inchiesta della procura di Rieti? «E di che cosa?».

Non teme un avviso di garanzia, magari per la vicenda della scuola? «Ma si figuri! Il Comune è parte lesa, i nostri legali sono già al lavoro, hanno chiesto un incidente probatorio per la vicenda della scuola, come amministratore e come cittadino mi fa piacere che la procura e l’Anac si stiano muovendo su tutto il nostro territorio. So’ benvenuti, da me avranno solo collaborazione. E invece qualcuno sembra volersela prendere con Sergio Pirozzi, che magari ha la barba e non sta simpatico a tutti. A qualcuno serve un capro espiatorio? Forse. Non lo so. Tenete presente che la tv la vede pure mio figlio eh, andateci piano».

Lei ha la coscienza pulita. «De più. Il prefabbricato dove oggi ha sede il centro operativo misto l’ho voluto io, forzando le regole d’intesa con il prefetto perché la sede del liceo scientifico non era di nostra competenza. Se dicevo che il prefabbricato era per il liceo poi me chiamava la Corte dei Conti e mi chiedeva i soldi. E invece abbiamo escogitato il fatto che serviva un prefabbricato per la struttura di emergenza in caso di sisma e cosi abbiamo sistemato 75 studenti al sicuro e qualora ci fosse stato un terremoto avremmo avuto la sede per il centro operativo. Cosa poi puntualmente successa. Ora, questa struttura, che ho volto forzando, quante vite ha salvato?».

Anche nella vicenda della scuola crollata il Comune non ha colpe, magari di omessa vigilanza? «Bisogna studià. Premesso che io a quella scuola ci mandavo mio figlio e se avessi saputo che non avevano fatto le cose per bene sarei intervenuto e pure in maniera spiccia, dovete capire che la scuola non è stata oggetto di adeguamento antisismico, ma di miglioramento antisismico, ed è stato fatto così non per cattiveria o sottovalutazione, ma perché non c’erano soldi. Cambia e parecchio il costo a metro quadro, se devi ristrutturare o adeguare. In procura vedranno i capitolati di appalto, faranno perizie. Ora, io non lo so se i lavori siano stati fatti ad arte, noi sospetti non ne avevamo: dico solo che il sisma è stato così forte che la porta Carbonare che stava in piedi da centinaia di anni ora non c’è piu. La violenza del terremoto è stata tanta».

Quanto hanno inciso i condoni edilizi nei crolli nel centro storico? Si vede di tutto: sopralzi, tetti in cemento su murature antiche non rinforzate. «Non lo so, non ne capisco di ingegneria, io sono un allenatore di calcio, non un tecnico edilizio. Certo, se fanno dei condoni nazionali non è colpa mia».

Si dice che molta gente abbia comprato casa credendo che fosse antisismica. «Ho sentito, se è così ci saranno dei certificati firmati da qualcuno, geometri, ingegneri, che dovranno assumersene le responsabilità, se non fosse vero. La magistratura ha gli strumenti, non io».

Amatrice ha sottovalutato la prevenzione? «Che, dopo il terremoto ci volete buttare pure la croce addosso? Il punto sono le risorse. C’erano? Io dico di no. E poi, nel centro storico su 500 case almeno 150 sono seconde case. Con le regole fiscali esistenti, solo i residenti avevano diritto alle detrazioni del 65%, gli altri dovevano pagare di tasca loro. Ma quanti erano disposti a farlo per una casa dove passavano due o tre settimane all’anno? Eh, si fa presto a parlà… Se volevano che tutti ristrutturassero, dovevano dare detrazioni a tutti. Anche perchè ha visto come è il centro? Le case so’ attaccate, se io ristrutturo e il mio vicino no, casa sua vibra e butta giu anche la mia. E siamo daccapo. E allora adesso servono contributi per la ricostruzione al 100%. Per tutti, residenti e non. Senno’ Amatrice non rinascerà mai più».