L’Aquila, 6 gennaio 2012 - Era in corso la Prima Guerra Mondiale quando Antonio C., classe 1890, aquilano, militare dell’Esercito italiano, decise di depositare la somma di 25 lire, la paga della missione al fronte, su un libretto della Banca d’America e d’Italia in favore della figlia Nicolina, classe 1909, allora una bimba di appena sette anni. Poi il giovane soldato morì in battaglia lasciando la piccola, orfana di entrambi i genitori (aveva già perso la mamma).

Nicolina crescerà con una zia materna, ma quel libretto verrà purtroppo smarrito nel corso degli anni per saltare fuori solo qualche settimana fa in un cassetto della vecchia casa paterna, a L’Aquila, in un baule pieno di foto di famiglia, all’interno di una giacca della divisa militare.

La donna, che qualche settimana fa ha spento 102 candeline e vive a Roma con una delle figlie, ha deciso di richiedere quella somma sfruttando una class action alla Banca d’Italia ed al ministero delle Finanze (enti che subentrano, a garanzia, nei rapporti di credito degli istituti bancari) per il recupero delle somme dei libretti bancari "antichi" . La somma naturalmente è cresciuta grazie agli interessi, alla rivalutazione monetaria e alla capitalizzazione: i cento anni (di "giacenza" in banca) hanno fruttato oltre 100mila euro.

L’udienza, originariamente fissata davanti al Tribunale di Roma per lo scorso 21 dicembre, è stata posticipata dal giudice civile al 21 febbraio per consentire l’eventuale adesione di altri piccoli risparmiatori. Modalità e termini di adesione alla class action proponibile anche al proprio tribunale di residenza sono disponibili sul contatto facebook "libretto antico", sull’indirizzo di posta elettronica [email protected] e a breve sul sito in allestimento www.librettibancariantichi.it