Roma, 8 ottobre 2011 - "Era Nicole Minetti che organizzava le serate, lo sapevamo tutte. La signora faceva l’amministratrice...", mentre Emilio Fede "è il protagonista principale di questa mia disavventura". A parlare, in un’intervista al Fatto Quotidiano, è la modella marocchina Imane Fadil, una della testimoni-chiave dell’accusa sulle feste ad Arcore nel processo a carico di Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede.

 

La ragazza, 27 anni, racconta di com'è arrivata ad Arcore la prima volta a febbraio 2010 e ripete che "dopo la cena, Nicole Minetti e Barbara Faggioli si cambiano d'abito e si vestono da suore". "Ballano e a un certo punto si tolgono il vestito, restano in lingerie e cominciano a dimenarsi attorno al palo della lap dance", ricorda.

 

Dopo allora, afferma, "è sempre Emilio Fede a contattarmi e a portarmi alle feste con la sua auto. Lele Mora no, per quel che mi riguarda c’entra ben poco. Mi conosceva perché avevo lavorato per lui, ma credo che la prima volta, quando mi fece chiedere se volevo andare a prendere un caffé ad Arcore, si riferisse veramente a un caffé".

 

La modella parla del timore dei possibili ricatti al premier: "Ruby non l’ho mai incontrata - dice -. Me ne ha parlato però Barbara Faggioli. Mi ha detto, sapendo che sono marocchina: c’è un’altra marocchina che potrebbe crearci problemi, perché probabilmente ha video, foto, registrazioni delle serate". Poi ricorda di quando il direttore del Tg4 le raccontò che "la sorella maggiore di Katarina (Knezevic, la montenegrina autoproclamatasi la fidanzata del premier, ndr) teneva sotto torchio Berlusconi".

 

E del Cavaliere cosa ne pensa? "Io non ce l'ho con lui. E’ un uomo di alto potere - afferma Imane -. Secondo me si è fatto trascinare da queste persone che credeva gli volessero bene. Io ce l’ho con i parassiti che gli stanno attorno. Certo, a volte si assopiva e le ragazze dovevano fare ancora di più per attirare la sua attenzione. Secondo me ha un appannamento mentale".